Tutti i titolari di partite Iva infatti dovranno utilizzare i nuovi strumenti e rilasciare fatture tramite il web per poi inviarle all’Agenzia delle Entrate. Gli ostacoli su questo percorso però non sono pochi. È dunque il caso di fare chiarezza per chi dovrà approcciarsi all’uso di questo nuovo strumento. Di fatto la fatturazione elettronica, come ricorda il Corriere, riguarda la cessione di beni e le prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti in Italia. Si tratta delle transazioni tra le stesse partite Iva oppure quelle che vanno verso un consumatore finale. Restano fuori dal nuovo corso della fatturazione le partite Iva che applicheranno il regime dei minimi. La fatturazione elettronica deve essere compilata via pc, smartphone o tablet. Poi deve essere inviata al cliente tramite il Sistema di Interscambio in formato “xml”.
A questo punto proprio il sistema verifica i dati contenuti nella fattura e la consegna al destinatario con una ricevuta di consehna che arriva a chi ha emesso il documento. Ogni tre mesi l’Agenzia delle Entrate comunicherà le imposte di bollo. Tra gli ostacoli da superare ci sono le riserve sulla privacy. Milioni di dati verranno scambiati online e questo potrebbe metterli a rischio. Inoltre bisogna capire se la rete telematica reggerà il peso dello scambio imponente di fatturazioni in tutta Italia. Le Entrate hanno previsto un gettito da 1,9 miliardi di euro.
“Abbiamo appreso con favore — afferma al Corriere Marina Calderone, presidente dei consulenti del Lavoro — il provvedimento che elimina per il primo semestre del 2019 le sanzioni per la mancata o ritardata fatturazione elettronica. Adesso invece l’introduzione sarà più progressiva. Restano forti invece le perplessità sulle diverse velocità di connessione alla rete Internet esistenti nel Paese”. Per capire come andranno davvero le cose bisogna attendere il primo gennaio quando scatterà l'”ora X” per la fatturazione elettronica.