Lo spread. Fino a qualche anno fa era solo una parola per addetti ai lavori. Oggi tutti abbiamo imparato a conviverci. Dai governi, che si trovano costretti ad aggiustare i conti quando il differenziale fa le bizze, ai cittadini che si trovano a pagarne il prezzo in termini di maggiori tasse o minori servizi quando lo Stato deve coprire i buchi generati dall’aumento della spesa per interessi. Ma come si forma lo spread? Per scoprirlo siamo andati nelle sale operative di Mts, il mercato dei titoli di Stato di Borsa italiana, una delle maggiori piattaforme di scambio sul mercato obbligazionario in Europa che mobilita qualcosa come 100 miliardi di euro di transazioni al giorno.
«Noi formiamo l’infrastruttura tecnologica agli operatori che ogni giorno comprano e vendono, BTp, Bund e tanti altri titoli obbligazionari» spiega Fabrizio Testa amministratore delegato di Mts «ed essendo un mercato regolamentato abbiamo anche la responsabilità sul rispetto delle normative nazionali e comunitarie nelle attività di mercato e manteniamo i rapporti con le principali autorità di vigilanza: Consob, Banca d’Italia e Tesoro».
Compito di Mts è quello di raccogliere gli ordini di acquisto e vendita e fare in modo che le transazioni avvengano nel minor tempo possibile («in media siamo sui 350 microsecondi» spiega il responsabile del servizio clienti Hesham Maatugh).
Le prime transazioni arrivano un’ora prima dell’apertura ufficiale, nella cosiddetta fase di pre-mercato. «Quando ci arrivano i primi ordini – spiega Testa – il differenziale tra la domanda e l’offerta tende ad essere maggiore. Il nostro compito è quello di generare un prezzo in base agli ordini che riceviamo per il titolo che fa da riferimento al mercato (benchmark in gergo ndr.). Sulla base di questo prezzo generiamo un rendimento a cui poi viene sottratto il tasso dell’omologo titolo tedesco andando così a formare lo spread».
Una volta che le contrattazioni saranno avviate il cosiddetto “spread bid-ask” (cioè il differenziale tra i prezzi di domanda e offerta) andrà gradualmente a restringersi quando si entrerà nel vivo degli scambi. A quel punto l’andamento del differenziale di rendimento sarà determinato dal flusso quotidiano di notizie, dati macroeconomici e appuntamenti chiave come le aste dei titoli di Stato.