Giuseppe Conte รจ appena uscito dal bilaterale con Emmanuel Macron per una passeggiata nel crepuscolo di Bruxelles. Si sta dirigendo al ristorante dopo quaranta minuti di colloquio al primo piano del The Hotel, dove il premier italiano e il presidente francese hanno definito gli ultimi dettagli della strategia che adotteranno questa mattina al primo Consiglio europeo in epoca Covid convocato fisicamente. Le richieste dellโolandese Mark Rutte lo impensieriscono piรน di tutto: ยซLa posta in gioco รจ lโEuropa e io non accetterรฒ pretese che non rispettino le regole europeeยป dice a proposito del criterio dellโunanimitร a cui si appella Rutte come contropartita per vincolare le risorse del Recovery fund.
Il patto con Macron sembra reggere: ยซI 750 miliardi del fondo non si toccanoยป promette il francese. E Conte lo ribadisce con parole che ripeterร anche oggi: ยซDobbiamo dire di no allโEuropa dei veti, dove ognuno puรฒ smontare pezzo a pezzo lโaccordoยป. I โfrugaliโ hanno alzato lโasticella dello scontro. Tre argomenti sul tavolo: ammontare del fondo, governance, e โrebatesโ, di cui godono alcuni dei Paesi piรน ricchi. ยซNon possono avere tutto โ รจ il ragionamento di Conte โ Se cedono su qualcosa che a noi interessa, noi cediamo su qualcosa che รจ importante per loroยป.
Il capo del governo ha compreso che il tempo รจ diventato il fattore dominante di questo negoziato. ยซDobbiamo riuscire a chiudere entro questo fine settimanaยป ha concordato con Macron. Il timore di entrambi รจ che se non si chiuderร entro questo weekend, tutti i passi in avanti del negoziato potrebbero finire nel tritacarne dei dibattiti interni allโopinione pubblica dei singoli Paesi. Circola lโipotesi che il prossimo vertice possa essere giร lunedรฌ o martedรฌ, in modo da evitare ulteriori slittamenti. In questโottica non si esclude nemmeno che Angela Merkel, alla guida del semestre europeo, possa forzare i tempi nel tentativo di arrivare a unโintesa giร questa notte. Il premier ha capito che sarร quasi impossibile salvare i 750 miliardi del Recovery Fund. Ci sarร una sforbiciata sul lato delle sovvenzioni a fondo perduto. Roma lo ha messo in conto, ma chiederร di non toccare la Recovery and Resilence Facility (310 miliardi di sovvenzioni) nรฉ i programmi InvestEu (30 miliardi) o ReactEu (50 miliardi).
Restano un centinaio di miliardi su cui intervenire per andare incontro ai frugali. Possibile anche un ulteriore taglio al bilancio Ue, che scenderebbe da 1.074 a 1.050 euro (lโItalia non si opporrร ). Ma i veri scogli sono tutti politici. Da un lato cโรจ il veto di Orban sullo Stato di diritto. Dallโaltro cโรจ Rutte che insiste sulla governance. Conte si รจ ormai rassegnato a ingoiare la proposta di Charles Michel, che trasferisce dalla Commissione al Consiglio il potere di approvare i piani di riforma nazionali (a maggioranza qualificata). Rutte insiste sullโunanimitร per avere il veto. Lโolandese รจ isolato, ma sono allo studio soluzioni per convincerlo. Per esempio introducendo la possibilitร di far intervenire il Consiglio qualora ci fossero problemi nellโattuazione delle riforme in un Paese.
Tra oggi e domani, gran parte dellaย discussione se ne andrร per decidere i criteri di assegnazione delle risorse. La scelta di distribuirne il 30% soltanto dal 2023 sulla base dei dati del Pil รจ contestata dallโItalia perchรฉ genera incertezza sui fondi, ma in realtร la quota per Roma non dovrebbe diminuire. Anzi. Conte vorrebbe perรฒ riportare a 4 anni il periodo in cui poter spendere i fondi. Austria e Danimarca insistono per ridurlo a due. Possibile il compromesso sui tre anni.
MARCO BRESOLIN, ILARIO LOMBARDO
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