giovedรฌ, 28 Novembre 2024

Conte e Macron: in gioco il futuro della Ue. I 750 miliardi del Recovery non si toccano

MARCO BRESOLIN, ILARIO LOMBARDO [ LA STAMPA ]

Giuseppe Conte รจ appena uscito dal bilaterale con Emmanuel Macron per una passeggiata nel crepuscolo di Bruxelles. Si sta dirigendo al ristorante dopo quaranta minuti di colloquio al primo piano del The Hotel, dove il premier italiano e il presidente francese hanno definito gli ultimi dettagli della strategia che adotteranno questa mattina al primo Consiglio europeo in epoca Covid convocato fisicamente. Le richieste dellโ€™olandese Mark Rutte lo impensieriscono piรน di tutto: ยซLa posta in gioco รจ lโ€™Europa e io non accetterรฒ pretese che non rispettino le regole europeeยป dice a proposito del criterio dellโ€™unanimitร  a cui si appella Rutte come contropartita per vincolare le risorse del Recovery fund.

Il patto con Macron sembra reggere: ยซI 750 miliardi del fondo non si toccanoยป promette il francese. E Conte lo ribadisce con parole che ripeterร  anche oggi: ยซDobbiamo dire di no allโ€™Europa dei veti, dove ognuno puรฒ smontare pezzo a pezzo lโ€™accordoยป. I โ€œfrugaliโ€ hanno alzato lโ€™asticella dello scontro. Tre argomenti sul tavolo: ammontare del fondo, governance, e โ€œrebatesโ€, di cui godono alcuni dei Paesi piรน ricchi. ยซNon possono avere tutto โ€“ รจ il ragionamento di Conte โ€“ Se cedono su qualcosa che a noi interessa, noi cediamo su qualcosa che รจ importante per loroยป.

Il capo del governo ha compreso che il tempo รจ diventato il fattore dominante di questo negoziato. ยซDobbiamo riuscire a chiudere entro questo fine settimanaยป ha concordato con Macron. Il timore di entrambi รจ che se non si chiuderร  entro questo weekend, tutti i passi in avanti del negoziato potrebbero finire nel tritacarne dei dibattiti interni allโ€™opinione pubblica dei singoli Paesi. Circola lโ€™ipotesi che il prossimo vertice possa essere giร  lunedรฌ o martedรฌ, in modo da evitare ulteriori slittamenti. In questโ€™ottica non si esclude nemmeno che Angela Merkel, alla guida del semestre europeo, possa forzare i tempi nel tentativo di arrivare a unโ€™intesa giร  questa notte. Il premier ha capito che sarร  quasi impossibile salvare i 750 miliardi del Recovery Fund. Ci sarร  una sforbiciata sul lato delle sovvenzioni a fondo perduto. Roma lo ha messo in conto, ma chiederร  di non toccare la Recovery and Resilence Facility (310 miliardi di sovvenzioni) nรฉ i programmi InvestEu (30 miliardi) o ReactEu (50 miliardi).

Restano un centinaio di miliardi su cui intervenire per andare incontro ai frugali. Possibile anche un ulteriore taglio al bilancio Ue, che scenderebbe da 1.074 a 1.050 euro (lโ€™Italia non si opporrร ). Ma i veri scogli sono tutti politici. Da un lato cโ€™รจ il veto di Orban sullo Stato di diritto. Dallโ€™altro cโ€™รจ Rutte che insiste sulla governance. Conte si รจ ormai rassegnato a ingoiare la proposta di Charles Michel, che trasferisce dalla Commissione al Consiglio il potere di approvare i piani di riforma nazionali (a maggioranza qualificata). Rutte insiste sullโ€™unanimitร  per avere il veto. Lโ€™olandese รจ isolato, ma sono allo studio soluzioni per convincerlo. Per esempio introducendo la possibilitร  di far intervenire il Consiglio qualora ci fossero problemi nellโ€™attuazione delle riforme in un Paese.

Tra oggi e domani, gran parte dellaย discussione se ne andrร  per decidere i criteri di assegnazione delle risorse. La scelta di distribuirne il 30% soltanto dal 2023 sulla base dei dati del Pil รจ contestata dallโ€™Italia perchรฉ genera incertezza sui fondi, ma in realtร  la quota per Roma non dovrebbe diminuire. Anzi. Conte vorrebbe perรฒ riportare a 4 anni il periodo in cui poter spendere i fondi. Austria e Danimarca insistono per ridurlo a due. Possibile il compromesso sui tre anni.

MARCO BRESOLIN, ILARIO LOMBARDO
[ LA STAMPA ]