Una crisi di governo, per quanto repentina, ha comunque i suoi tempi dettati dalla Costituzione, dalle leggi e dalla prassi istituzionale. Cosa succede, dunque, quando una maggioranza di governo va in crisi?
1) I tempi
La Costituzione prevede che debbano passare almeno 45 giorni dallo scioglimento delle camere alle elezioni vere e proprie. Il massimo è 70 giorni. In realtà però occorrono almeno 60 giorni per mettere in piedi la macchina che consentirà di far votare anche gli italiani all’estero. Di solito, dunque, è questo il tempo tecnico che si prende in considerazione.
2) Lo scioglimento delle Camere
E’ il primo passaggio. Avviene quando il governo cade o il premier si dimette. Il Capo dello Stato svolge le consultazioni per verificare se non esista la possibilità di dar vita a un nuovo governo, sulla base di un’altra maggioranza, con le forze politiche già presenti nel Parlamento. Se non trova alcuna alternativa, scioglie le Camere.
3) Riunione Consiglio dei ministri
Il consiglio dei ministri si riunisce per approvare lo schema del decreto del Presidente della Repubblica con il quale viene fissata la data delle elezioni.
4) Le urne e gli impegni economici
Scegliere la data non è cosa facile. Ci sono scadenze che s’intrecciano allungando i tempi. A settembre ad attendere il governo c’è la nota di aggiornamento al Def che va presentata alle Camere entro il 27 settembre. Il Documento programmatico di Bilancio, ovvero l’ossatura della manovra, va invece inviato alla Commissione Ue entro il 15 ottobre, mentre la Legge di Bilancio vera e propria deve essere presentata alle Camere entro il 20 ottobre. Tutto questo diventa difficile con un governo in esercizio provvisorio.
5) Cos’è l’esercizio provvisorio
Previsto dall’art. 81 della Costituzione, è un provvedimento che vincola il governo per un massimo di 4 mesi a gestire mese per mese solo l’ordinaria amministrazione (riscuotere le entrate e pagare stipendi, pensioni, debiti, etc.) con margini di spesa estremamente ridotti e calibrati in tanti dodicesimi quanti sono i mesi dell’esercizio provvisorio. Inoltre in questo caso non si potrebbe scongiurare l’aumento dell’Iva con inevitabili ricadute sulla nostra economia.
6) Le possibili date
Sulla base di quanto detto sopra queste sono le possibili date del voto:
- 13 ottobre: possibile votare in questa data solo se lo scioglimento delle Camere arrivasse a ridosso di Ferragosto. Ma votare in questa data significa non presentare la manovra alla Commissione Ue entro i termini stabiliti.
- 20 ottobre: in questo caso le Camere andrebbero sciolte tra il 20 e il 22 agosto. Il voto in questa domenica, però, significherebbe non riuscire a presentare la manovra alle Camere entro i termini stabiliti.
- 27 ottobre: per votare in questa data le Camere andrebbero sciolte non oltre il 27-28 agosto.