giovedì, 28 Novembre 2024

Crisi e costi: un po’ di realismo

Daniele Manca [ CORRIERE DELLA SERA ]

E’ persino straniante il dibattito al quale si assiste in Italia su temi cruciali quali l’energia, l’inflazione che corre, la difesa. Gli inviati in Ucraina ci raccontano di un futuro e dignità tolti a persone, famiglie, città intere. Di inutili crudeltà, bombardamenti su ospedali, case e auto civili. Il racconto di una guerra. Una guerra nel cuore dell’Europa. Continuiamo a ripeterci gli orrori seguiti all’invasione russa. Ma facciamo fatica a trarne le conseguenze.

Acquistiamo il gas in modo consistente (il 40% del nostro fabbisogno) dallo stesso autocrate che ha deciso il 24 febbraio di riportare le lancette dell’orologio indietro di qualche decennio, ma pensiamo ancora di uscirne in qualche modo intoccati. La parola emergenza che abbiamo sentito usare a proposito del Covid ma molto a sproposito in decine di altri casi, sembra scomparsa dal vocabolario. Eppure la guerra, lo ripetiamo, nel cuore dell’Europa, dovrebbe spingerci a comprendere che dobbiamo prepararci alle sue conseguenze.

Dovrebbe farci riflettere sulle nostre scelte passate. Una pala eolica di 30 metri, peggio se di 80, è sicuramente poco bella da vedere e nessuno di noi ha voluto e vorrebbe averla nel cortile di casa. E un discorso analogo si può fare anche per i termovalorizzatori. Inoltre cercare il gas sul nostro territorio e nei mari che circondano le nostre coste ci espone sicuramente a qualche rischio. Ma sono rischi perlomeno analoghi a quelli che stiamo correndo oggi grazie all’aver siglato contratti con un autocrate pronto a stracciarli per i suoi interessi.

Perché di questo si tratta quando la Russia di Vladimir Putin chiede di essere pagata in rubli invece che in euro o in dollari come da intese scritte. Ma proprio quei contratti sono l’esempio massimo di quanto negli ultimi venti anni abbiamo voluto, invece di affrontare la realtà, affidarci a chi preferiva non tanto mentirci quanto illuderci che ce la si poteva cavare senza prendere scelte. Con scorciatoie. Senza pagare alcun costo. Costi magari nell’immediato ma che ci avrebbero reso più sostenibili nel tempo.

Questo significa che oggi potremmo dover ridurre i consumi di energia. Che dovremmo rivedere tutta la catena degli approvvigionamenti. Non saranno scelte indolori. In questi anni tanti politici hanno pensato che si potesse solo spendere, solo elargire, solo allontanare i problemi. Dalle loro bocche mai è uscita la parola «costi». L’assunzione di responsabilità doveva essere sempre di qualcun altro. Temiamo purtroppo che questa guerra rappresenterà per tutti noi il brusco risveglio dal sogno di un Paese dove il conto da pagare arrivava sempre al tavolo a fianco.

Daniele Manca
[ CORRIERE DELLA SERA ]