sabato, 23 Novembre 2024

ECCO LA CLASSIFICA DEL BUON VIVERE

MARCO BISCELLA (Il Sole 24 ORE)

La miglior qualità della vita? Si respira in montagna, sulle Alpi. Da Belluno, che si aggiudica la 28a edizione dell’indagine annuale realizzata dal Sole 24 Ore, e passando a zig-zag tra cime e tornanti attraverso Aosta, Sondrio, Bolzano,Trento e Trieste fino ad arrivare a Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte. I primi sette posti della classifica che misura il benessere, non solo economico, dei territori italiani – miscelando 42 indicatori in sei macro-settori – sono tutti occupati da province alpine. E tutte, escluse Aosta e Trento che perdono qualcosa, sono in miglioramento rispetto al ranking 2016.

In coda alla graduatoria, invece, finiscono soprattutto le aree di Campania e Puglia: ben otto nelle ultime dieci posizioni, con Caserta maglia nera 2017 e Taranto al penultimo posto. Al terz’ultimo c’è Reggio Calabria. A sancire il verdetto è il trend di fondo, che mostra, attraverso i risultati dei singoli indicatori, come il divario tra Nord e Sud del Paese tenda sempre più ad ampliarsi, tanto che per trovare la prima provincia del Sud e Isole bisogna scendere fino al 52° posto di Oristano. Le aree centro-settentrionali, infatti, non solo ribadiscono i loro primati storici negli indicatori economici (dalla ricchezza al lavoro), ma guadagnano spazio anche nei ranking – come demografia e tempo libero – un tempo appannaggio dei territori del Sud, che alla fin fine riescono a primeggiare in blocco esclusivamente nell’indicatore legato alla diffusione della banda larga.

E le grandi città? A parte Palermo, che guadagna due posizioni rispetto al 2016 (ma siamo pur sempre al 97° posto), e Napoli, che conserva il suo 107°, tutte le altre perdono terreno: chi più (Genova, -27 posizioni) e chi meno (Torino – 5; Milano, quest’anno all’ottavo posto, Bologna e Firenze che scendono di sei caselle, e Roma in retromarcia di 11 posizioni fino all’attuale 24° posto).

Il podio alpino
Belluno, dunque, come nel 1990, anno in cui venne pubblicata dal Sole 24 ore del Lunedì la prima edizione della Qualità della vita, torna sul gradino più alto della classifica, recuperando rispetto al 2016 tre posizioni. Merito soprattutto della piazza d’onore, alle spalle di Verbania, conquistata negli indicatori Giustizia e sicurezza; del terzo posto, preceduta solo da Milano e Bolzano, nel settore Ricchezza e consumi; della quinta posizione nell’ambito Demografia e società. A livello invece di singoli parametri Belluno vince per il minor numero di rapine in rapporto alla popolazione e si aggiudica la medaglia d’argento per basso valore dei protesti pro capite e quella di bronzo per il tasso di occupazione.

Al secondo posto scivola la primatista del 2016, Aosta, che conferma il suo primato nella categoria Demografia e ambiente, ma “paga” il 63° posto nel macro-settore Lavoro e innovazione. Sul gradino più basso del podio sale Sondrio, grazie alla vittoria nell’area Ambiente e servizi, ma con la palla al piede (75° posto) della performance nel lavoro: l’area valtellinese, infatti, è zavorrata da una crisi bancaria che ha contagiato anche il tessuto imprenditoriale (si veda il reportage pubblicato dal Sole 24 Ore il 14 novembre scorso).

Sud fanalino di coda
Nella parte bassa della classifica, oltre al terz’ultimo posto di Reggio Calabria, spicca in negativo la presenza di province campane (Avellino al 102° posto, Salerno al 105°, Napoli al 107° e Caserta al 110° e ultimo posto) e pugliesi (Foggia al 103°, Lecce al 104°, Brindisi al 106° e Taranto al 109°), tutte in arretramento, tranne Napoli, che è stabile. La maglia nera Caserta, a parte i brillanti secondo posto per indice di vecchiaia e terzo per tasso di natalità, in 16 indicatori su 42 naviga costantemente oltre la centesima posizione.

Le grandi città
Nella Qualità della vita, stilata a livello provinciale, non si può ignorare il peso dei grandi capoluoghi nelle rispettive aree geografiche. E in questa graduatoria si registra, come detto, un generale calo delle grandi città. Milano, per esempio, frena su Ambiente e servizi, mentre in Giustizia e sicurezza finisce all’ultimo posto. Anche Roma arretra negli indicatori economici, perde il primato in Cultura e tempo libero (a vantaggio di Firenze), mentre nei parametri dell’ordine pubblico resta stabile al penultimo posto.

Le curiosità
Spulciando, infine, tra le curiosità e i record della Qualità della vita 2017, emerge che la provincia più dinamica, rispetto ai risultati dello scorso anno, è stata Ascoli Piceno, capace di recuperare ben 27 posizioni, risalendo dal 42° al 15° posto. In forte recupero anche Crotone, che dal 106° posto è riuscita a scalare ben 21 posizioni, Pescara (+19) e Treviso (+18). Sul fronte opposto, invece, due province liguri – Savona, che ha subìto un vero e proprio smottamento, perdendo addirittura 34 posizioni (dal 24° al 58° posto), e Genova, scivolata dal 21° al 48° posto (-27) – più Massa Carrara, che in un solo anno è scesa dal 49° al 72° posto (-23).

Movimenti bruschi, certo, legati al fatto che rispetto alla 27a edizione della Qualità della vita sono cambiati ben sei indicatori, una scelta dettata dall’esigenza di tener maggiormente conto dell’evoluzione sociale, economica e degli stili di vita degli italiani.