giovedì, 28 Novembre 2024

Ecco le tappe per la formazione del nuovo Governo. Si parte il 13 ottobre in Parlamento

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La data cerchiata in rosso sul calendario è giovedì 13 ottobre: allora inizierà l’iter che porterà, probabilmente in tempi brevi, alla formazione del nuovo governo. Una volta proclamati gli eletti del voto del 25 settembre, Camera e Senato si riuniranno per la prima seduta ed elegeranno i due presidenti.

Da quel momento, il presidente della Repubblica potrà indire le consultazioni: sarà primo step politico-istituzionale per individuare la maggioranza e il premier, che in questo caso non dovrebbero riservare soprese. Poi ci saranno altri passaggi tra cerimoniale, politica e istituzioni. Alla fine, molto probabilmente entro la fine di ottobre, nascerà il nuovo esecutivo. Ecco, nel dettaglio, tutti i passaggi istituzionali e di prassi necessari per arrivare all’obiettivo: 

Prima seduta delle Camere
Il 13 ottobre, alle 10 la Camera e alle 10,30 il Senato, il Parlamento riunirà i due emicicli per la prima seduta. In questa prima seduta si proclamano gli eletti e si procede all’elezione dei due presidenti.

Elezione dei presidenti delle Camere
Nella seduta inaugurale delle Camere si procede all’elezione dei due presidenti. Le modalità di elezione sono diverse per i due rami del Parlamento. Al Senato si chiude necessariamente entro il quarto scrutinio: primo e secondo voto sono a maggioranza assoluta dei componenti, terzo voto è a maggioranza assoluta dei senatori presenti, se nessuno raggiunge nemmeno questa maggioranza si procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue un voto in più.

Alla Camera al primo scrutinio servono i due terzi dei componenti, al secondo e terzo voto il quorum si abbassa a due terzi dei votanti, dal quarto scrutinio basta la maggioranza assoluta dei voti e si procede a oltranza. Dal 1948 ad oggi non si è mai superato il quinto scrutinio. Dunque l’elezione dei due presidenti non dovrebbe tardare oltre il 15 ottobre.

Consultazioni del presidente della Repubblica
Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato, il Presidente della Repubblica di prassi convoca le consultazioni. Se le elezioni dei presidenti non avranno intoppi, la finestra per le consultazioni si potrebbero aprire già dal 17-18 ottobre. Sempre per prassi salgono al Quirinale gli ex presidenti della Repubblica (in questo caso ci potrebbe essere una telefonata con il presidente emerito Giorgio Napolitano), i due presidenti appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento. Solitamente vengono sentiti i capigruppo a cui normalmente si uniscono i leader dei partiti.

Le coalizioni possono presentarsi in un’unica delegazione. Se il risultato è chiaro le consultazioni sono veloci, due o tre giorni, e si concludono con l’incarico a un presidente del Consiglio entro poche ore dalla conclusione. Anche in questa occasione il Presidente non ha nessuna intenzione di perdere tempo, visto che ci sono scadenze urgenti che incombono, dalla scrittura della manovra al vertice del G20 in Indonesia. Se sorgono problemi tra i partiti, si può procedere a più ‘giri’ di consultazioni. La formazione più lunga di un governo tocca il record di 88 giorni, per la nascita del governo Conte 1. A normare la formazione del governo c’è l’articolo 92 della Costituzione che recita: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”.

Incarico al presidente del Consiglio
Una volta che il presidente della Repubblica conferisce l’incarico al presidente del Consiglio, questi solitamente accetta con riserva e conduce sue ‘consultazioni’ con i partiti disposti a sostenere il suo esecutivo. Si comincia a formare un programma e a stilare una lista di ministri. Davanti a un risultato netto di solito in uno o due giorni anche queste ‘consultazioni’ si concludono.

Scioglimento della riserva
Se le consultazioni del premier incaricato hanno esito positivo, questo torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato presidente del Consiglio. In questa occasione si calcola che lo scioglimento della riserva possa giungere non prima del 21 ottobre, data di conclusione del vertice Ue a cui, quindi, parteciperà il premier uscente Mario Draghi. All’uscita dallo studio alla Vetrata, dove ha appena parlato con il Capo dello Stato, il neo presidente del Consiglio legge la lista dei ministri.

Giuramento del governo
Il giorno dopo o anche poche ore dopo lo scioglimento della riserva (il record minimo sono le quattro ore impiegate per allestire il giuramento del governo Gentiloni), il presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica. Se non sorgeranno intoppi politici, il governo potrebbe dunque giurare già negli ultimi giorni di ottobre.

Cerimonia della campanella
Sceso dal colle del Quirinale, il premier va a palazzo Chigi, sede del governo, dove è accolto dal premier uscente. Al primo piano, nel salone delle Galere, il premier uscente consegna al nuovo la campanella, il cui trillo dà inizio alla riunione del Consiglio dei ministri.

Prima riunione del Consiglio dei Ministri
Il premier uscente lascia palazzo Chigi e il nuovo presidente del Consiglio riunisce per la prima volta il Consiglio dei ministri durante il quale si nomina il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Segretario del Consiglio e si assegnano le deleghe ai ministri senza portafoglio. Il governo e’ ufficialmente in carica e può cominciare a varare decreti legge e disegni di legge, gli strumenti principali della sua attivita’.

Fiducia al governo
Una volta giurato il premier si prende uno o due giorni per scrivere il discorso programmatico con cui si presentera’ alle Camere (questa volta si dovrebbe cominciare da Montecitorio) per chiedere la fiducia, entro dieci giorni dall’incarico. Con i nuovi numeri dei parlamentari saranno ora necessari 201 si’ alla Camera e 104 s al Senato. Va precisato che il governo è già ufficialmente operativo anche prima della fiducia e il premier può già presenziare ai vertici internazionali. Una volta incassata la fiducia l’esecutivo è nel pieno delle sue funzioni e può cominciare a lavorare.

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