martedì, 26 Novembre 2024

ECONOMIA. INDICATORI PREOCCUPANTI MA IL GOVERNO MINIMIZZA

Massimo Franco (CORRIERE DELLA SERA)

Dire che Movimento Cinque Stelle e Lega sono in disaccordo su tutto può essere di consolazione per gli avversari. Eppure non cambia la sostanza di un patto di potere che si rinnova sulla soglia di ogni frattura annunciata. Si tratti di Tav, di immigrazione, di Venezuela, di economia, i due contraenti del governo guidato da Giuseppe Conte appaiono scientificamente agli antipodi ma si ritrovano sempre. E di fronte allo sfondo preoccupante delineato ieri dall’Istat, la volontà di non offrire margini alle critiche delle opposizioni si conferma unanime.

La tattica per contrastare le statistiche impietose che parlano di recessione sembra già decisa: negare che sia conseguenza dei provvedimenti del governo gialloverde; e assicurare l’opinione pubblica che i benefici di reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni arriveranno tra qualche mese, insieme alla ripresa. Il resto, tipo scaricare sugli esecutivi precedenti quanto sta avvenendo, è contorno: anche perché in parallelo il Movimento Cinque Stelle cerca di replicare ai dati diffusi ieri dall’Istat sostenendo che l’occupazione è cresciuta.

La manovra correttiva da smentire

A M5S e Lega preme soprattutto smentire qualunque manovra correttiva, almeno prima delle Europee di maggio. La barriera da superare indenni, anzi con un bottino elettorale cospicuo, è quella. Poi si vedrà. E si vedranno numeri diversi, virtuosi, a sentire la maggioranza: sebbene gli indicatori degli istituti finanziari, pur oscillanti, mostrino all’unisono un’Italia quasi ferma. Il lessico fiducioso del premier Giuseppe Conte e del suo vice Matteo Salvini coincidono. Il primo parla di «recessione transitoria», legata alla guerra dei dazi tra Cina e Stati uniti. Il secondo scommette: «A fine 2019 avremo il segno più. Escludo manovre correttive, se non per ridurre le tasse». Ma sono, appunto, scommesse; sfide a previsioni di tutt’altro segno. E suonano come conferma di un governo intenzionato a marciare senza intralci verso un voto che dovrebbe consolidarne i consensi tuttora alti.

Questo spiega anche il compromesso che M5S e Lega stanno raggiungendo sull’accusa contro Salvini di sequestro di persona per la vicenda degli immigrati bloccati sulle navi. Il capo leghista, dopo avere detto che voleva farsi processare, ha cambiato idea con la sua lettera al Corriere di tre giorni fa. E i Cinque Stelle, che volevano votare per l’autorizzazione a procedere, secondo la loro storia parlamentare, salvo poi difenderlo, ora si preparano a salvarlo. Anche se parlare di un voto «salva-Salvini» fa scattare da parte del premier l’accusa di «disinformazione» e di «falso che rischia di fuorviare il dibattito pubblico». È un fuoco di sbarramento preventivo che sembra teso soprattutto a arginare lo sconcerto della base grillina.

CODICE ETICO E LEGALE