A poco meno di due mesi dalla sua elezione, Ursula von der Leyen ha appena reso noti i nomi della nuova squadra di commissari europei. Parte adesso un processo che vedrà ciascun commissario in pectore comparire di fronte al Parlamento europeo prima di un voto finale dell’assemblea sull’intera squadra. I nuovi commissari si insedieranno ufficialmente l’1 novembre. Che sfide si è posta von der Leyen con la nuova Commissione? Quali paesi hanno ottenuto i portafogli più importanti? Quali implicazioni per l’Italia dalla designazione di Paolo Gentiloni all’Economia?
Quali priorità per la nuova Commissione?
Appena prima della lettura dei nuovi Commissari, von der Leyen ha ricordato quelle che considera le tre grandi sfide per la sua nuova squadra: cambiamento climatico, nuove tecnologie e difesa della “European way of life”.
La lotta al cambiamento climatico è una questione su cui von der Leyen intende investire molte energie. L’obiettivo dichiarato è tanto chiaro quanto ambizioso: l’Ue punta a essere la prima regione al mondo a raggiungere la “carbon neutrality” entro il 2050, nonostante le resistenze di alcuni Paesi membri come la Polonia.
La competizione per la leadership tecnologica è l’altra grande sfida per la Presidente designata: oggi infatti l’Europa arranca dietro a due “giganti”, Stati Uniti e Cina. I primi mantengono un vantaggio competitivo mondiale, trainati dalla Silicon Valley e da un mercato dei capitali che premia le startup innovative; la seconda, sostenuta da un capitalismo di Stato che dirige le risorse verso colossi tecnologico-industriali di primo livello, hanno superato l’Ue per numero di brevetti emessi ormai da oltre un decennio. L’accento infine sulla “European way of life” include una pluralità di sfide come quelle demografiche (invecchiamento, bassa natalità), quelle legate alla specifica “economia sociale di mercato” europea (welfare) e quelle migratorie.
von der Leyen ha infine ricordato che è essenziale che l’Europa rimanga la “guardiana del multilateralismo”, rilanci la partnership con gli Stati Uniti, ridefinisca la propria posizione con una Cina “sempre più assertiva” e diventi un “vicino responsabile”, per esempio per l’Africa.
Come è strutturata la nuova Commissione?
Un primo risultato storico raggiunto da von der Leyen con la nuova Commissione riguarda la parità di genere: quasi la metà dei commissari (13 su 27) è infatti donna, un notevole passo in avanti rispetto al passato e alla Commissione guidata da Jean-Claude Juncker (per due terzi formata da uomini).
Ciò che von der Leyen riprende dal suo predecessore è invece la decisione di indicare alcuni vicepresidenti (ben 8) con ampie competenze. La presidente si spinge però oltre, identificando tra questi anche 3 vice presidenti esecutivi che coordineranno i lavori di vari commissari, ma avranno anche un proprio portafoglio: la danese Margrethe Vestager, a cui è stata affidata la Concorrenza, sarà vicepresidente esecutiva per una “Europa adatta all’era digitale”; all’olandese Frans Timmermans, commissario al Clima, è stata assegnata la vice presidenza esecutiva per lo “European Green Deal”; al lettone Valdis Dombrovskis, commissario ai Servizi finanziari, è stato affidato il compito di creare una “Economia che funzioni per le persone”. Per due di essi, Vestager e Timmermans, la nomina a vice presidenti esecutivi arriva come “compensazione” per la sconfitta nella corsa alla presidenza della Commissione, per la quale erano stati candidati rispettivamente dai liberali e dai socialisti.
I grandi paesi Ue: cosa ottengono?
Al momento dell’annuncio della distribuzione delle competenze per i commissari del prossimo collegio, particolare attenzione era naturalmente rivolta ai portafogli assegnati ai “grandi” tra i 28.
La Germania aveva già puntato in alto assicurandosi la presidenza della Commissione (nello scorso collegio a guida Juncker al commissario tedesco Günther Oettinger aveva il portafoglio del Bilancio comunitario e delle Risorse umane). Una nomina avvenuta nell’ambito di una negoziazione per le alte cariche europee che aveva visto anche l’attribuzione alla Francia della presidenza della BCE (Christine Lagarde), al Belgio della presidenza del Consiglio europeo (Charles Michel), e alla Spagna della posizione di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune (Josep Borrell). Ha poi completato il quadro l’elezione da parte del Parlamento europeo dell’italiano David Sassoli alle presidenza dell’assemblea. Una elezione non scontata tanto più che anche il precedente presidente (Antonio Tajani) era italiano.
Rispetto ai singoli Commissari, la Francia con Sylvie Goulard prenderà il portafoglio del Mercato interno, del Mercato unico digitale, oltre alle nuove competenze su Difesa e Spazio.
Un discorso a parte va invece fatto per il Regno Unito che dovrebbe abbandonare l’Ue entro fine ottobre, e a cui quindi non è stato riservato nessun Commissario. Ma se Londra ottenesse una ulteriore proroga su Brexit oltre il 31 ottobre, potrebbe di diritto chiedere di nominare un proprio commissario.
Infine l’Italia ha ottenuto il portafoglio economico (si veda sotto) che il premier Giuseppe Conte aveva chiesto a margine del Consiglio europeo in cui aveva assicurato il sostegno dell’Italia alla designazione di von der Leyen.
In generale, non ci sono state sorprese nell’assegnazione dei portafogli e l’impressione è che i paesi maggiori abbiano ottenuto i portafogli a cui puntavano.
Quali sono gli altri portafogli di rilievo?
Un’attenzione particolare sembra essere stata destinata dalla Presidente ai paesi con interessi specifici su alcuni dossier. È il caso dell’Irlanda, che ha confermato il commissario uscente all’Agricoltura Phil Hogan, cui andrà la competenza sul Commercio. Si tratta di un portafoglio cruciale non solo perché l’Ue ha competenze esclusive al riguardo e perché divampa la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, ma perché per l’Irlanda la risoluzione della questione del confine nordirlandese in vista di Brexit è del tutto prioritaria.
La Grecia dovrà condividere il portafoglio delle migrazioni con la Svezia. Il commissario greco Margaritis Schinas (ex portavoce di Juncker) viene “promosso” a vice presidente, con competenze più ampie che includono politiche migratorie e di integrazione, lotta alle minacce ibride, cultura e istruzione. Ma la competenza sull’immigrazione continuerà a essere gestita anche dagli affari interni, assegnati alla svedese Ylva Johannson.
Significativa è anche la scelta di affidare le politiche agricole al commissario polacco Janusz Wojciechowski: Varsavia è infatti tra i principali beneficiari dei fondi della Politica agricola comune (PAC). Tanto più che nella bozza di bilancio Ue per il periodo 2021-2027 presentata dalla Commissione uscente, i paesi dell’est Europa dovrebbero veder diminuire i fondi loro assegnati (sia i fondi sociali che quelli specificamente legati all’agricoltura). La competenza sul bilancio Ue è stata assegnata all’austriaco Johannes Hahn che avrà un compito molto delicato visto che proprio nei prossimi mesi la negoziazione sul bilancio 2021-2027 entrerà nel vivo.
Gentiloni Commissario agli affari economici: cosa ottiene l’Italia?
All’Italia, come ci si aspettava da alcune indiscrezioni, è alla fine andato un portafoglio pesante, quello all’Economia. Il nuovo Commissario, l’ex presidente del Consiglio Gentiloni, eredita quindi il ruolo che era stato del francese Pierre Moscovici tra il 2014 e il 2019.
Il timore, vista la situazione delicata dei conti pubblici italiani, era che la competenza potesse essere “svuotata dall’interno” affidando a un altro commissario il compito di vigilare sulle finanze pubbliche dei Paesi membri. Nella stessa lettera di incarico inviata a Gentiloni è invece esplicitamente assegnato al commissario italiano il compito di far rispettare il Patto di stabilità e crescita, ovvero l’applicazione delle regole fiscali europee che prevedono i parametri da non “sforare” e le possibili eccezioni, così come i meccanismi che possono essere attivati in caso un paese non li rispetti (prima tra tutte la procedura per deficit eccessivo). Va comunque segnalato che anche Gentiloni – al pari degli altri Commissari – dovrà agire “under the guidance” di un Vice Presidente; in questo caso il commissario lettone Valdis Dombrovskis. Ma la nomina di Gentiloni significa che sarà lui a supervisionare la valutazione della bozza di legge di bilancio che l’Italia dovrà presentare entro metà ottobre, all’interno del ciclo di programmazione del Semestre europeo. Val la pena infine ricordare che qualsiasi presa di posizione sui conti pubblici italiani – come di qualsiasi altro paese europeo – viene assunta collegialmente dall’intera Commissione.