lunedì, 25 Novembre 2024

GILET GIALLI. COSA VUOLE IL MOVIMENTO ANTI-MACRON CHE NASCE DAL WEB

Il Messaggero

Dalla rete alle piazze: sono nati sui social network i gilet gialli, che stanno bloccando la Francia. E soprattutto senza leader, non legata a partiti politici o a sindacati. Dal tema originario della protesta contro il caro-carburante, l’onda gialla è arrivata oggi, allo slogan più gettonato, «Macron, dimettiti», gridato fin sotto l’Eliseo. Il nocciolo duro di questa protesta è nelle campagne. Lì, nella Francia profonda, soprattutto nel nord e al sud – passando per la grande dorsale della valle del Rodano – ci sono le persone e le famiglie che vivono con salari modesti e che sono costretti a prendere l’automobile per recarsi al lavoro.

E spesso sono persone che il carovita delle metropoli ha costretto ad emigrare e a ripopolare le campagne francesi più deserte. La scintilla è stata, accanto al prezzo del barile del petrolio in ascesa, l’impennata delle tasse su gasolio (+14%) e benzina (+7%) legata alla cosiddetta transizione ecologica, l’insieme di norme per rottamare l’attuale parco veicoli e passare all’elettrico o l’ibrido. Aggiunte agli aumenti delle imposte sul gas, sul tabacco, della CSG (i contributi sociali in busta paga), gli incrementi hanno avuto un impatto negativo sul potere d’acquisto. A dispetto delle ultime statistiche, che parlano di un aumento delle capacità di spesa delle famiglie, i «gilet gialli» hanno la percezione molto marcata di «lavorare per nulla», come ripetevano gli slogan di oggi.

L’icona del movimento resta la signora Jacline Mouraud, una bretone 50enne che suona la fisarmonica e fa l’ipnoterapeuta, ma che per arrivare a 1.000 euro al mese deve fare la sorvegliante anti-incendio. Possiede soltanto il suo vecchio SUV diesel, comprato 10 anni fa a 11.000 euro. E per riempirne il serbatoio e recarsi al lavoro, spende più di metà stipendio: «quando finirà la vostra caccia all’automobilista? – dice nel video di 4 minuti e 38 diventato virale – ci avete venduto i vostri diesel raccontandoci che erano più ecologici. Oggi ci dite che vi danno fastidio e dobbiamo cambiarli con il vostro mini-bonus?»

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