mercoledì, 27 Novembre 2024

Il Sudan ripiomba nel caos. In corso un colpo di stato

[ Huffpost Italia ]


C’era un tempo in cui in Sudan dominava incontrastato il generale Omar Hasan Ahmad al-Bashir. Nel 1993, con un colpo di Stato da lui orchestrato, si proclamò presidente della Repubblica. E lo rimase incontrastato fino al 2019, quando fu rovesciato a sua volta da proteste di piazza violente. Da allora a Khartoum si sono susseguite una serie di elite più o meno legate all’esercito, una più fragile dell’altra fino ad arrivare all’instabilità odierna. Da un lato c’è il capo dell’esercito, Abdel Fattah al-Burhane, che governa il Paese dopo il putsch dell’ottobre 2021.

Dall’altra il generale Mohamed Hamdane Daglo, numero uno delle Rsf, le Forze di supporto rapido, composte da ex miliziani della provincia ribelle del Darfur. Tra i due eserciti – quello governativo e quello ribelle – da stanotte sono scoppiati violenti scontri. Nella capitale è definitivamente esplosa una situazione tesa da mesi, causata dalla proposta di transizione, avanzata dagli Stati maggiori, verso un governo civile.

Le notizie sono ancora confuse. Il generale ribelle Daglo ha annunciato in mattinata di aver preso il controllo del palazzo presidenziale. Nel loro “comunicato al popolo”, il gruppo paramilitare composto da ex miliziani del Darfur afferma di controllare “il palazzo presidenziale, “l’aeroporto di Khartum”, oltre a diverse altre “basi in diverse province”. Informazioni rigorosamente smentite dai governativi: l’esercito assicura che si tratta di “bugie”. Ma al tempo stesso le forze armate regolari affermano che in corso un bombardamento delle infrastrutture in mano nemica. Testimoni oculari riportano alla Bbc che ponti, strade e molte scuole sono stati chiusi nelle ultime ore. Sono stati segnalati anche scontri presso l’emittente televisiva di Stato.

L’ambasciatore statunitense John Godfrey ha dichiarato di essersi “svegliato con un suono profondamente inquietante di spari e combattimenti”. Anche l’ambasciata russa si è detta preoccupata per l'”escalation di violenza” e ha chiesto un cessate il fuoco, come riporta la Reuters. Gli scontri sarebbero stati detonati dai “Combattenti delle Forze di sostegno rapido, che hanno attaccato diversi campi dell’esercito a Khartoum e in altre zone del Sudan”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp il portavoce dell’esercito, il generale di brigata Nabil Abdallah. “Gli scontri sono in corso e l’esercito sta svolgendo il suo compito di salvaguardia del Paese”.

Gli Stati Uniti hanno rivolto un appello al Sudan affinché “cessino immediatamente tutte le violenze”. Lo ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in visita ad Hanoi. Dalla Farnesina, intanto, filtra timore per l’incolumità degli italiani nel Paese africano. L’Unita’ di crisi del ministero ha invitato i connazionali presenti a Khartum, a non lasciare le proprie abitazioni. “Sono in corso, nella giornata di sabato 15 aprile, scontri a fuoco a Khartum. L’aeroporto è stato chiuso e molte strade risultano bloccate”, si legge nell’aggiornamento sul sito Viaggiare sicuri, “ai connazionali al momento presenti, si raccomanda di non lasciare la propria abitazione ed esercitare massima prudenza”. Il ministro Antonio Tajani segue “con attenzione quanto sta succedendo a Khartoum” si legge in una nota della Farnesina. “La nostra Ambasciata, pienamente operativa, ha avvisato i connazionali di restare in casa. L’Unità di Crisi monitora gli sviluppi. Faccio un appello per il dialogo e a cessare le violenze”.

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