Ho sentito amici e colleghi americani, negli ultimi giorni, e ho provato imbarazzo. Non parlargli di Donald Trump!, ripetevo a me stesso. Ma non era facile. Le uscite del Presidente superano qualsiasi immaginazione: se Mel Brooks avesse girato un film alla Casa Bianca, non avrebbe potuto trovare un protagonista migliore. Prima Trump ha incitato alla protesta contro il lockdown che lui stesso aveva ordinato. Poi se n’è uscito con l’idea di iniettare il disinfettante ai pazienti per combattere il coronavirus. È come se il nostro medico ci suggerisse di bere l’idraulico liquido contro la cattiva digestione. Forse, cambieremmo medico.
   Il problema è che, per cambiare presidente, occorre aspettare le elezioni. Manca poco, negli Usa: sei mesi. Una riconferma di Donald Trump, a questo punto, resta possibile, ma sarebbe drammatica. Non è più una questione di programma politico, ma di tenuta mentale. Gli Stati Uniti non possono permettersi quattro anni simili agli ultimi quattro mesi. Il mondo, nemmeno.
   La deriva cui assistiamo è surreale. Ma, forse, non così inspiegabile. La crisi che stiamo attraversando funziona come una macchina della verità : lenta, ma inesorabile. Si può bluffare per un giorno, per tre giorni, per una settimana. Non per due mesi pieni di decisioni drammatiche. Vale per chi ci rappresenta (anche la politica italiana sta offrendo alcune rivelazioni, sebbene non altrettanto strabilianti). Vale per i personaggi pubblici (il mondo degli influencer sembra scomparso in un buco nero). Vale per la nostra vita quotidiana.
   La convivenza forzata esaspera i rapporti, nel bene e nel male (parlate con chi passa le vacanze in tenda, in camper o in barca!). Ma anche la distanza è un amplificatore, se ci pensate: ci spinge a stabilire le priorità e a valutare le relazioni. Il minuetto sociale cui talvolta eravamo costretti appare, di colpo, grottesco. Confesso d’aver rivalutato alcune persone, in questi due mesi. Altre mi hanno lasciato perplesso, o addirittura deluso. Sono certo che è accaduto anche a voi. Parliamo, scriviamo, parliamo e ci vediamo online con le persone cui teniamo. Delle altre, piano piano, ci dimentichiamo. Alcune, giustamente, si stanno dimenticando di noi. Che dite? Non è incredibile quante cose s’imparano osservando Donald Trump?
Beppe Severgnini
[ CORRIERE DELLA SERA ]
FOTO: disegno di Doriano Solinas