Ci risamo. Tra Italia e Francia sale la tensione sul terreno dei migranti: Parigi attacca, Roma reagisce, poi a ruota si avvia la riappacificazione. Un copione noto da tempo, che tuttavia ha toccato toni particolarmente duri, tanto che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha annullato la missione nella capitale francese. Tutto iniz
ia con la dichiarazione del ministro dell’Interno, Gérald Darmanin: Giorgia Meloni – dice – è «incapace di risolvere i problemi migratori” dell’Italia, che conosce “una gravissima crisi migratoria», ha detto intervistato da RMC su alcune affermazioni del Rassemblement National riguardanti la situazione alla frontiera franco-italiana.
L’incidente-simbolo di Bardonecchia del 2017
Non è certo la prima volta che accadono incidenti e ritorsioni, come quella del 2018 (c’era il governo Gentiloni) con l’irruzione di agenti francesi nel centro di accoglienza migranti di Bardonecchia, trasformato in una crisi politica con convocazione dell’ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, alla Farnesina. Ma altre vicende erano accadute anni prima alla frontiera di Ventimiglia nel 2015, al governo c’era Matteo Renzi e in Francia il presidente socialista Hollande. Per non parlare della visita ai gilet gialli del ministro Di Maio nel primo governo Conte, incidente alla fine dimenticato. E ora? Meloni e Macron si erano incontrati a Roma si erano incontrati sulla terrazza del Melìa, con vista sul Cupolone di San Pietro, a fine ottobre. Si er
a parlato di energia, difesa e transizione, e sullo sfondo c’erano – e ci sono ancora- diversi dossier importanti che devono andare avanti. Del resto meno di un anno fa è stato siglato il Trattato del Quirinale, un’alleanza-quadro a lungo termine, che deve produrre delle ricadute che possano cementare l’asse Roma-Parigi, sulla falsariga di quello con Berlino. Ma poi con il caso della Ocean Viking è tutto tornato in altro mare, e la visita della premier a Parigi è rinviata a data da destinarsi (ma di certo non troppo in là)
L’alleanza sulle navi militari, ma anche nei satelliti e nei microchip
La politica, comprese le delicate partite a Bruxelles, le posizioni sul dossier-Libia (il generale Haftar, incontrato da Meloni e Tajani, è parzialmente nella sfera di influenza francese, o perlomeno questo pensano a Parigi) e il peso dentro la Ue per la partita della guerra in Ucraina (Meloni non fu invitata all’incontro all’Eliseo con Scholz e Zelensky, grande irritazione) ha quindi una sua dinamica, diversa da quella del business. Molti i campi di collaborazione, a partire dalla cantieristica, anche se la fusione Fincantieri-Stx sulle navi civili è naufragata, una dimostrazione di come il nazionalismo economico resta un elemento chiave anche nell’Europa del mercato unico. Ma resta comunque
un caso abbastanza isolato, tanto che nel segmento militare l’alleanza Fincantieri-Naval Group – l’alleanza si chiama Naviris – va bene e da molti anni produce navi tra le migliori (su tutte la Fremm). E va ricordata la storica e fruttuosa alleanza in St Microeletronics. Inoltre Francia e Italia lavorano nella nuova frontiera spaziale relativa alle connessioni internet via satellite. Nella notte tra il 7 e l’8 settembre l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha lanciato con successo grazie a un vettore Ariane 5 il satellite di telecomunicazione Eutelsat Konnect Vhts dalla base di Kourou situata nella Guyana francese.
Il nodo dello scorporo della rete Tim e il ruolo dell’azionista Vivendi
L’altro dossier delicato, e infinito sia nei tempi che nei modi, è relativo a Tim e allo scorporo della rete, una sorta di chimera che staziona in modo permanente negli ordini del giorno, in attesa ogni volta di un rinvio. Il gruppo francese Vivendi, controllato dal magnate Bollorè, è azionista di maggioranza di Tim e quindi ha potere decisionale sulla partita: per ora sono state respinte le varie offerte, tutte sotto i 20 miliardi, e punta a livelli più alti, almeno a 30 miliardi. Una faccenda privata, formalmente, ma si alto interesse strategico (ampiamente dentro la sfera del golden power) e quindi alla fine soggetta agli imprimatur governativi. Si è invece chiusa la partita su Ita: uscita di scena Air France ora la palla è nel campo di Lufthansa. Si vedrà.
L’accordo sulle strategie industriali
Nelle ultime settimane però c’è stato un riavvicinamento tra Italia e Francia, in particolare per quanto riguarda le strategie industriali. Il 3 marzo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha firmato insieme al ministro dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità industriale e digitale francese Bruno Le Maire una dichiarazione congiunta di politica industriale. Nel documento si sostiene «una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi europei» e «l’istituzione di un fondo sovrano a sostegno della capacità produttiva nei settori strategici». L’accordo è stato il risultato del primo Forum di Consultazione ministeriale tra Italia e Francia previsto dal Trattato del Quirinale, firmato a novembre 2021 dal governo Draghi per migliorare la cooperazione tra i due Paesi. «Inizia una nuova era di collaborazione tra Italia e Francia», ha dichiarato il 3 marzo Le Maire.
Carlo Marroni
[ Il Sole 24 Ore ]