La legionellosi o Malattia del legionario è una malattia infettiva che colpisce l’apparato respiratorio, causata principalmente dal batterio Legionella pneumophila. Le legionelle, che esistono comunque in una cinquantina di specie batteriche diverse, si annidano nell’acqua e sono trasmesse attraverso l’acqua nebulizzata, per inalazione. Si è tornati a parlarne dopo che 26 persone hanno contratto l’infezione nel Comune di Bresso (Milano), tre delle quali – anziane e immunocompromesse – sono morte per complicazioni polmonari.
DOVE SI TROVA IL BATTERIO. Le legionelle prediligono i bacini idrici naturali e artificiali, e le temperature comprese tra i 25 e i 55 °C. Al di sopra o al di sotto di questa soglia, non sopravvivono. Si possono annidare in acque sorgive, comprese quelle termali, in fiumi, laghi, fanghi. Da qui possono raggiungere condotte e impianti idrici cittadini, come fontane, piscine, tubature, o gli impianti sanitari delle abitazioni.
COME SI DIFFONDE. Le legionelle si trasmettono per inalazione, ossia respirando goccioline di aerosol contenente vapore infetto. Se queste goccioline sono sufficientemente piccole, di diametro inferiore ai 5 micrometri (millesimi di millimetro), penetrano più facilmente nelle vie respiratorie, dove possono diffondere l’infezione.
Come spiegato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, “le goccioline si possono formare sia spruzzando l’acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide”.
La malattia non si trasmette quindi da uomo a uomo, né bevendo o usando acqua per cucinare. Può diffondersi invece per via aerea, attraverso filtri vecchi e non puliti dell’aria condizionata: il batterio fu isolato per la prima volta nel 1976 in seguito a un’epidemia scoppiata tra i veterani della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quell’occasione 221 persone contrassero l’infezione dai sistemi di aria condizionata dell’albergo, e 34 morirono.
I SINTOMI. In caso di contagio, il periodo di incubazione va da 2 a 10 giorni e i sintomi, respiratori e polmonari, possono manifestarsi in due forme. Una più lieve, una febbre di 3 o 4 giorni, e una più grave (soprattutto negli anziani, nei malati cronici e nei pazienti immunodepressi) che sfocia in polmonite e richiede il trattamento endovenoso con antibiotici. In ogni caso, anche nel caso di focolai epidemici, la malattia umana rimane rara, con tassi di contagio inferiori al 5%.
COME PROTEGGERSI. Il batterio si debella con una bonifica della rete idrica, ma può essere utile – se si è tra i soggetti a rischio o si vive in aree di possibile diffusione – evitare di esporsi a vapore acqueo, pulire spesso i filtri dei rubinetti, i bollitori e altri serbatoi di acqua domestica, e lasciare scorrere l’acqua della doccia ad alte temperature per neutralizzare il batterio, che muore dopo i 55 °C.