Expert Panel 2023: Ecco come si presenta il mondo dopo un anno di guerra in Ucraina, secondo più di 200 esperti interpellati dall’ISPI.
A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, ISPI ha chiesto a oltre 200 esperti italiani di fare un bilancio degli avvenimenti internazionali del 2022. Cosa hanno detto? Inevitabilmente, il quadro complessivo è dominato proprio dal conflitto.
Ma ancor più interessanti sono le conseguenze percepite dell’invasione: un mondo sempre più polarizzato in grandi blocchi, nel quale (ed è una novità) gli Stati Uniti fanno il loro grande ritorno dopo anni di declino.
Anche Putin, ovviamente, torna alla ribalta. Ma il suo sembra un successo effimero: secondo gli esperti, l’invasione dell’Ucraina avrebbe addirittura accelerato la traiettoria di progressivo declino di Mosca. Per quanto riguarda l’Italia, l’azione di Roma sull’Ucraina è promossa a pieni voti, ma su diversi altri dossier aleggiano criticità e incertezze.
I risultati completi di questo esercizio annuale saranno pubblicati nel Rapporto ISPI 2023, di prossima uscita.
1. America is back. Russia e Cina in declino, UE all’angolo
Secondo i 223 esperti interpellati da ISPI, nell’anno della crisi ucraina gli USA tornano a guadagnare influenza sulla scena internazionale. Si tratta di un netto capovolgimento di percezioni rispetto a tutti gli anni di rivelazione precedenti, nei quali l’influenza di Washington a livello mondiale era sempre vista in calo, più o meno evidente.
Questo capovolgimento non avviene, invece, per quanto riguarda l’UE. Malgrado la crisi ucraina, l’UE è percepita come in declino anche quest’anno. Un declino che, dopo la forte ripresa del 2020 (risposta alla pandemia, soprattutto Next Generation EU), addirittura si consolida (da –15 a –24).
La Russia, che secondo gli esperti aveva conosciuto il suo momento di massimo aumento di influenza proprio negli anni successivi alla prima crisi ucraina e agli accordi di Minsk (2014-2016), adesso è percepita in netto calo (–21). Interessante contrastare l’immagine dell’intero paese in declino con quella di Putin (vedi sotto).
Dopo anni di fortissimo consenso tra gli esperti, infine, anche la Cina sembra perdere colpi. Una maggioranza relativa degli esperti continua a ritenere la Cina più influente rispetto all’anno scorso, ma questa maggioranza nel corso del 2022 si è fortemente erosa (da +52 a +14). In tutto questo, un ruolo potrebbe aver giocato anche il travagliato abbandono della strategia zero Covid.
2. Biden vs Putin: scontro tra “grandi”. Xi in secondo piano
Il netto recupero di influenza degli USA avviene in parallelo alla forte rivalutazione del suo Presidente, Joe Biden. Se nel 2022 solo il 12% degli esperti indicava Biden come il leader più influente al mondo, quest’anno tale cifra arriva al 40%.
Anche Putin è visto in forte crescita: se solo il 5% degli esperti lo indicava come leader più influente l’anno scorso, questa quota sale al 31% quest’anno. In questo dato sembra riflettersi il paradosso vissuto dalla Russia post-invasione: mentre Putin è leader in forte recupero di “influenza” a causa del suo ruolo cruciale nella prosecuzione o risoluzione del conflitto, il suo Paese è percepito come sempre più debole e meno influente proprio a causa delle conseguenze della guerra.
Il calo di influenza percepita della Cina nel corso dell’ultimo anno si riflette anche sul calo di consensi per Xi, indicato come leader mondiale più influente solo dal 21% degli esperti (contro il 34% dell’anno scorso). Ma quello di oggi rimane comunque un mondo “per grandi”: lo spazio riservato dagli esperti ai leader europei è praticamente assente, con Ursula von der Leyen indicata come leader più influente al mondo da meno del 3% degli interpellati.
3. Crisi Russia-Ucraina: Italia promossa a pieni voti
È un’Italia che sull’Ucraina si è mossa decisamente bene, quella che emerge dalle opinioni dei 223 esperti, che generalmente negli anni precedenti al conflitto non hanno lesinato critiche alla conduzione della politica estera del nostro Paese.
In una selezione di indicatori attinenti alla crisi, e in una scala di voti che va da 1 a 10, l’operato del Governo italiano non si merita mai un voto inferiore al 7,2 (sulla difesa e sulla sicurezza energetica), e sfiora addirittura un 8 pieno nelle relazioni con gli USA.
4. Italia: bene Ucraina e Recovery Fund, male su migrazioni e Medio Oriente
Se si allarga lo sguardo a tutti i dossier di politica estera, emergono chiaramente sia le aree in cui l’Italia si è comportata meglio, sia quelle in cui – secondo i 223 esperti interpellati dall’ISPI – Roma ha faticato a registrare successi. Tra le azioni giudicate in maniera nettamente positiva, oltre a quelle attinenti alla crisi ucraina compare anche il ruolo giocato dall’Italia nell’attuazione del Next Generation EU (voto 7,5). Sotto la sufficienza invece la gestione dell’Italia delle politiche migratorie a livello Ue (5,2), il suo ruolo nelle crisi in Medio Oriente (5,1) e la gestione del caso Regeni con l’Egitto (5).
I risultati completi di questo esercizio annuale saranno pubblicati nel Rapporto ISPI 2023, in uscita il prossimo 16 febbraio.
[ ISPI Istituto per gli Studi di Politica Internazionale ]