Tutto come previsto, purtroppo. Nel bel mezzo della battaglia contro il coronavirus, l’Unione Europea fallisce il test principale: quello sulla solidarietà, la condivisione vera dei rischi economici che stanno piombando sugli Stati membri a valanga con l’emergenza. La riunione in videoconferenza dei ministri delle Finanze dei paesi membri non produce nemmeno delle conclusioni congiunte. Mes, Eurobond: tutto rimandato alla discussione tra i leader che si riuniranno, sempre in videoconferenza, giovedì. Ma stavolta gli ostacoli sono davvero grossi: Olanda e Germania sono fermamente contrarie e lo hanno detto senza mezzi termini. Per ora, si mette esattamente come la crisi del debito in Grecia anni fa. Cioè male. Incredibile.
Il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, il cui paese – il Portogallo – è sulla stessa posizione di Italia, Spagna e Francia contro i rigoristi del nord, ha il volto segnato dalla preoccupazione. Anche quella di dover annunciare che la riunione di oggi non ha partorito nulla. E tradisce imbarazzo quando, nella conferenza online, gli chiedono di Mes ed eurobond (secondo un meccanismo di invio di domande da remoto, creato apposta per rispettare i distanziamenti sociali decisi in emergenza coronavirus). C’è un “ampio sostegno” all’Eurogruppo per gli “strumenti esistenti” del Mes, ad esempio la “Enhanced credit lines”, con “condizionalità vincolate all’emergenza Coronavirus nel breve termine, e nel lungo termine di tornare alla stabilità”, dice Centeno. E, messa così, non è una bella notizia per i paesi del sud. “Continueremo a lavorare, oggi non è stato possibile arrivare ad alcuna soluzione”.
La ‘Enhanced credit line’ (Eccl) del Meccanismo europeo di stabilità è esattamente quella linea di credito rafforzata che impone la firma di un ‘Memorandum of understanding’ come condizione per avere il prestito, vale a dire piano di rientro, tagli di spesa, il ricatto che ha strozzato la Grecia. E’ la linea dedicata ai paesi che non possono accedere alla prima linea di credito (Pccl, linea di credito precauzionale), dedicata invece agli Stati che hanno condizioni economiche solide ma sono a rischio di tensioni finanziarie e dunque hanno bisogno del Mes.
Del resto, anche il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra fa riferimento alla linea di credito rafforzata quando nel pomeriggio, prima della riunione dell’Eurogruppo, risponde al question time in Parlamento. E dice: “Nessun Eccl è stato richiesto da quando l’ESM è stato istituito, quindi le condizioni Eccl non sono mai state formulate in pratica. I Paesi Bassi si impegnano a garantire il rispetto di una forma appropriata di condizionalità per ciascuno strumento”. Quanto agli eurobond, non se ne parla: “Il governo ritiene che l’emissione congiunta di titoli di debito da parte degli Stati membri dell’Eurozona, a parte l’emissione di debito già effettuata nell’ambito dei programmi di sostegno del Mes, sia indesiderabile. L’emissione congiunta di debito attraverso forme di Eurobond non risolve le sfide strutturali degli Stati membri. L’emissione congiunta di debito può quindi minare gli incentivi per una politica ragionevole a livello nazionale”.
Al termine dell’Eurogruppo, il commissario all’Economia Paolo Gentiloni prova a dire che l’opzione eurobond è “ancora sul tavolo”. Anche il ministro francese Bruno Le Maire prova a metterla in positivo su twitter: “Discussione costruttiva per mobilitare tutti gli strumenti della zona euro di fronte alla crisi del coronavirus: c’è una convergenza di opinioni sull’uso del meccanismo europeo di stabilità. Buona base operativa per il Consiglio europeo”.
Ma la strada è in salita. Prima di riunirsi con i colleghi europei, è stato netto anche il ministro tedesco. “E’ molto importante la solidarietà europea, che non solo va dimostrata ma anche implementata, dato che le economie dei vari Paesi Ue sono molto intrecciate tra loro – sono le parole di Peter Altmaier in conferenza stampa – Ma fortunatamente le proposte su eurobond o similari non hanno trovato grande riscontro. Posso solo raccomandare che non si conducano dibattiti fantasma. Già c’è lo scudo di protezione che è stato allargato dalla Bce. Altre questioni devono ancora essere discusse, ma certo non si vedono cambi di strategia per motivi ideologici: lo riterrei sbagliato”.
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, insieme ai colleghi spagnolo, portoghese e francese, si scontra contro un muro nordico di ‘no’. Non che non se l’aspettasse, malgrado oggi in audizione al Parlamento abbia fatto esercizio di ottimismo. “Sarebbe uno sviluppo molto importante” se l’emergenza coronavirus portasse all’emissione di bond europei comunitari, utilizzando il Mes senza condizionalità, ma la risposta “fortunatamente si appoggia sulla centralità della Bce”, che si è detta disponibile ad “espandere ulteriormente gli acquisti per quanto necessario”, sono le parole di Gualtieri.
L’Eurogruppo non è nemmeno arrivato a discutere fino a questo punto. La riunione si chiude anche piuttosto presto. Nemmeno tre ore di videoconferenza: considerata la portata della materia, sono pochissime, si capisce subito che si mette male. E infatti a sera non c’è accordo. Mentre sotto i colpi del Covid-19 l’unità europea traballa seriamente, malgrado le misure adottate dalla Commissione e dalla Bce la settimana scorsa. Non bastano. E, questo, lo sapevano tutti.
Angela Mauro
[ Huffington Post ]