martedì, 26 Novembre 2024

M5S e Lega, governare litigando persino oltre le Europee

Massimo Franco (CORRIERE DELLA SERA)

Il patto tacito tra Movimento Cinque Stelle e Lega è quello di governare litigando. È legittimo ritenere che durerà fino alle Europee, con fiammate polemiche crescenti. Ma non è escluso che continui anche dopo, perché a nessuno dei due conviene rompere e rischiare elezioni anticipate. Al vicepremier grillino Luigi Di Maio, perché i seggi che ha in Parlamento probabilmente si ridurrebbero di almeno un terzo; al suo omologo leghista, Matteo Salvini, perché dovrebbe ricontrattare tutto con il resto del centrodestra, che considera morto nonostante le vittorie.

Dipenderà anche da quanto il Carroccio otterrà nel voto del 26 maggio; da quanto perderà il Movimento rispetto alle Politiche di un anno fa; e da quanto riuscirà a recuperare rispetto a quelle elezioni un Pd che il segretario Nicola Zingaretti sta ricompattando. Il tentativo di includere spezzoni degli scissionisti, di allargare le liste a personaggi di confine della sinistra, conferma la volontà di non disperdere l’elettorato su nessun fronte: a costo di apparire nostalgico del passato.

In bilico

Il fatto che significhi archiviare le divisioni consumatesi nell’era renziana, e perfino di svelenire la scissione, suscita diffidenze e proteste comprensibili nelle file dell’ex segretario. Ma riflette la nuova fase che si è aperta. D’altronde, per sperare di scardinare il «contratto di governo» giallo-verde, il Pd deve raccogliere più voti dei Cinque Stelle. Solo così è possibile, in teoria, destabilizzare la leadership di Di Maio, e provocare una crisi dell’esecutivo del premier Giuseppe Conte. In teoria, perché il patto di potere rimane comunque forte. E non soltanto perché Salvini ribadisce: «Cercano di farmi litigare col M5S ogni giorno ma io non litigo e non faccio saltare il governo per nulla al mondo». L’interesse leghista a rimanere in questa maggioranza è evidente, osservando la sua crescita. Semmai, è quello grillino ad apparire in bilico. Ma le due forze governano, hanno ministeri e decidono le cariche nelle aziende pubbliche. Anche per questo, finora, le divergenze su Tav, diritti della famiglia, scandali del Campidoglio a guida Cinque Stelle, autonomia regionale, sono sotto controllo.

Crepe insanabili

Prima o poi potrebbero diventare inconciliabili: sulla carta, già lo sono. Ma per il momento il Pd non rappresenta un pericolo né un’alternativa. E, per quanto vada male, l’economia non diventerà un fattore esplosivo fino all’estate. Le vere crepe si apriranno nel governo solo se diventeranno insanabili nel M5S e nella Lega. Affiora l’insofferenza dei governatori del Nord per i ritardi sulla legge per l’autonomia di Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna. Lo sfondamento a Sud di Salvini potrebbe comportare un prezzo non previsto.

CODICE ETICO E LEGALE