“Anche gli incendi fanno parte della storia dell’arte”. Vittorio Sgarbi risponde al telefono: ha gli occhi puntati sul rogo di Notre Dame e un pensiero che già insegue percorsi alternativi.
Possibile che nel XXI secolo, con una tecnologia di controllo teoricamente perfetta, le fiamme devastino con furia medievale?
“La risposta sta nel rogo. E la scintilla nelle impalcature dei restauri che hanno issato il fuoco. La procura di Parigi non dovrà faticare molto a mettere in fila gli eventi”.
Non sembra choccato.
“Sono colpito, come tutti. Ma razionalmente metto in fila anche gli elementi positivi”.
Quali?
“Tanto per cominciare non c’è neppure un morto. Altro che Torri Gemelle”.
Forzato il paragone simbolico con l’11 settembre 2001?
“Nel caso dell’attentato di New York la drammaticità dell’evento era anzitutto nei morti, nello scontro epocale di civiltà. A Parigi tutto si riduce a un incidente di cantiere senza altre implicazioni”.
Siamo di fronte a una perdita artistica irreparabile?
“Assolutamente no”.
Spieghi il perché.
“Opere come Notre Dame sono il frutto di secoli di lavoro. Hanno alle spalle un’esistenza plurisecolare di modifiche, abbellimenti, restauri. Se guardiamo alle fiamme di queste ore con il metro della storia, capiamo che nulla è definitivamente perduto”.
Il danno è grande però.
“Inutile piangersi addosso. L’idea che l’uomo possa controllare ogni rischio è fallimentare. Notre Dame lo dimostra”.
Ora il restauro dopo i restauri.
“In assenza di impalcature l’incendio non si sarebbe propagato a questa velocità. Paradossale, se vogliamo, ma proprio da un’idea corretta di manutenzione e conservazione stavolta è nata la distruzione. Per questo sostengo che non dobbiamo stracciarci le vesti”.
Adesso?
“Facciata e perimetro sono salvi. Andranno ricostruite la crociera e le guglie. Paradossalmente a crollare è stata una delle parti più recenti, frutto di un restauro di metà Ottocento, nell’ambito della rielaborazione neogotica di Notre Dame. Dunque la cattedrale di Parigi non è compromessa. Sta semplicemente per partire un’altra fase importante nella vita di questo monumento”.
Tempi lunghi?
“Io dico che in una decina d’anni tutto sarà a posto”.
Solo?
“Sì, penso che bastino. Come sono bastati per la cattedrale di Noto, in Sicilia. Crollata nel 1996. Sgomberata dalle macerie nel 2000. Riaperta nel 2007”.
Sembra ottimista.
“Vedrete, tra dieci anni Notre Dame sarà più bella di prima”.