Ma le scosse sono meno del 2016, quando ha avuto inizio la lunga sequenza di assestamento in Italia centrale.
Della maggior parte, pari a oltre il novanta per cento, gli italiani non se ne sono nemmeno resi conto. Meglio così, viene da dire, dal momento che le scosse di terremoto conteggiate nel 2017 lungo la Penisola sono state oltre 44mila. Una media di 120 al giorno, cinque ogni ora. Ovvero: un terremoto ogni dodici minuti. Un numero inferiore a quello registrato nel 2016 (quasi 53mila scosse), anno in cui ha avuto inizio la lunga sequenza di assestamento in Italia centrale, tuttora in corso: segno che lo sciame sismico è comunque destinato a spegnersi. Detto ciò, il dato è comunque significativo. Negli anni precedenti, fino al 2012, non si era infatti mai andati oltre le trentamila scosse annue. La statistica più bassa è relativa al 2015: con 14.973 scosse registrate dalla rete sismica nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
È proprio dagli uffici romani di via di Vigna Murata che nelle ultime ore è giunto il bollettino dei terremoti verificatisi in Italia nell’anno appena concluso. Più dei due terzi, pari a quasi 37mila scosse, possono essere considerate repliche della sequenza in Italia centrale, iniziata il 24 agosto del 2016: con epicentro tra Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Proprio all’inizio del 2017, il 18 gennaio, la sequenza ha avuto una ripresa importante: con quattro terremoti di magnitudo compresa tra 5 e 5.5 avvenuti nell’arco di pochissime ore in provincia dell’Aquila. Come dimostra il grafico, la maggior parte degli eventi sismici (in rosso) si sono registrati in quest’area. Il numero medio giornaliero, pari a circa 150 eventi nei mesi di febbraio e marzo, è sceso intorno ai 100 eventi tra aprile e giugno ed è arrivato ad avere valori tra 50 e 100 nel corso dell’estate. Negli ultimi mesi dell’anno, invece, non si è quasi mai andati oltre i 30-40 eventi al giorno (di media). La flessione progressiva dei casi non s’è registrata nel resto dell’Italia (colonna verde): dove l’andamento della sismicità s’è mantenuto piuttosto costante durante tutti i mesi dell’anno.
L’Italia si conferma terra di «micro-terremoti»
Nel 2017 tutta l’Italia è stata comunque interessate da movimenti della crosta terrestre, meno che la Sardegna. Se si considerano i terremoti di magnitudo pari o superiore a 4, si vede che la maggior parte è avvenuta all’interno della sequenza registrata in Italia centrale (prevalentemente nelle province di Rieti, L’Aquila, Macerata), mentre alcuni eventi sono stati localizzati in Emilia Romagna (provincia di Parma, magnitudo 4.4 il 19 novembre), nel Mar Ionio e nel Mar Tirreno (4.3, con ipocentro profondo 229 chilometri di fronte alla costa calabrese, in provincia di Cosenza). L’evento più fresco nella memoria degli italiani rimane il sisma che ha colpito l’isola di Ischia, all’ora di cena del 21 agosto. Complessivamente, comunque, la maggior parte dei movimenti tellurici sono stati provocati dai cosiddetti «micro-terremoti»: ovvero scosse che rimangono al di sotto della soglia di rilevamento da parte della popolazione. Giusto per dare qualche numero: 4224 scosse avevano una magnitudo inferiore a 2, 370 compresa tra 3 e 3.9. Soltanto cinque i sismi di magnitudo uguale o superiore a 5.