Altro che meno burocrazia. Avremmo bisogno di una burocrazia efficiente. E di molte meno leggi. Si fa un gran parlare di semplificazioni, però la strada intrapresa in questa emergenza va in tutt’altra direzione. È come se a valle degli annunci del governo e dei ministri, si mettesse in azione un esercito di «scrittori» di leggi. Se sono in buona fede fanno errori marchiani, se in cattiva fede ostacolano certe categorie o ne favoriscono altre creando ingiustizie.
Nel caso del provvedimento che ha portato da 25.000 a 30.000 euro il limite per i prestiti alle imprese garantiti al 100% dallo Stato, una parolina rischia di ritardare il processo. Gli istituti infatti «possono» e non «devono» adeguare l’importo. Aprire le porte alla discrezionalità fa sì che ogni banca possa decidere autonomamente. Altro esempio: la cassa integrazione che si è arricchita di un nuovo comparto legato al Covid-19, oltre a quella ordinaria e in deroga. Le procedure già abbastanza farraginose sono state ulteriormente complicate. E per la cassa integrazione in deroga ogni Regione ha pensato bene di farsi proprie regole. Il risultato è noto: o le aziende hanno anticipato ai lavoratori le somme in attesa di districarsi tra i numerosi adempimenti burocratici da rispettare, o per molti dipendenti l’assegno è ancora ben lontano dall’essere incassato.
È paradossale la miopia della politica che sembra agitarsi in continuazione per offrire soluzioni. Con il risultato però di alimentare lo scontento perché non si fa il passo successivo, la messa in pratica del provvedimento approvato. Anzi, la politica ha continuato a sognare (e a promuovere) leggi autoapplicative. Un sogno che, come spiega Sabino Cassese, massimo esperto del funzionamento dei meccanismi dello Stato, ha moltiplicato la produzione di leggi scritte però da politici e non dai burocrati. Burocrati che, sebbene il termine abbia un’accezione negativa, sono quelli che teoricamente dovrebbero far sì che le leggi raggiungano il loro obiettivo finale. Ma anche nell’emergenza tutto questo non è avvenuto.
Daniele Manca
[ corriere.it economia ]