Nel 2021 sono in povertà assoluta 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4% come nel 2020). Pertanto la povertà assoluta conferma i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio del Covid-19. 1,4 i minori in povertà. Ma con un consistente aumento dei prezzi quest’anno, superiore al 6%, questi numeri possono dilatarsi e di molto.
La povertà assoluta nel 2021 conferma i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia. Per 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale dal 7,7% del 2020) e circa 5,6 milioni di persone (9,4%, come l’anno precedente) non è cambiato nulla. Ma attenzione, avverte Istat: nel 2021 i maggiori consumi (+1,7%) non hanno compensato l’inflazione (+1,9%). Fin qui i numeri dell’Istat di oggi. E poiché la povertà assoluta si misura sulla capacità della famiglia di sostenere le spese essenziali e incomprimibili per vivere, dal cibo all’affitto, dalle cure al riscaldamento, quest’anno con un’inflazione oltre il 6% potremmo avere un milione di poveri assoluti in più.
Tornando alla situazione del 2021, Istat spiega che la causa di questa sostanziale stabilità è imputabile a diversi fattori: in particolare, a un incremento più contenuto della spesa per consumi delle famiglie meno abbienti (+1,7% per il 20% delle famiglie con la capacità di spesa più bassa, ossia la quasi totalità delle famiglie in povertà assoluta) che non è stato sufficiente a compensare la ripresa dell’inflazione (+1,9% nel 2021). In assenza di inflazione la quota di famiglie in povertà assoluta sarebbe scesa al 7,0% e quella degli individui all’8,8%.
L’intensità della povertà assoluta – che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”) – rimane anch’essa sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (18,7%), con le uniche eccezioni del Centro dove raggiunge il 17,3% dal 16,1% del 2020 e del Nord-ovest (19,3% dal 18,6%).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10% dal 9,4% del 2020), mentre scende in misura significativa al Nord (6,7% da 7,6%), in particolare nel Nord Ovest (6,7 da 7,9%). Tra le famiglie povere il 42,2% risiede al Sud (38,6% nel 2020) e il 42,6% al Nord (47% nel 2020). Si ristabilisce così la proporzione registrata nel 2019 quando le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite quasi in egual misura fra Nord e Sud.
Con riferimento alla classe di età, l’incidenza della povertà assoluta si attesta al 14,2% (poco meno di 1,4 milioni) fra i minori. All’11,1% frai giovani di 18-34 anni (1 milione e 86 mila) e rimane su un livello elevato al 9,1% anche per la classe di età 35-64 anni (2 milioni 361 mila), mentre si mantiene su valori inferiori alla media nazionale per gli over 65 (5,3%, interessando circa 743 mila persone).
[ Istat ]