Il carisma non è la sua cifra, eppure Olaf Scholz protagonista della resurrezione della Spd, è da oggi il cancelliere tedesco. Classe ‘58, originario di Osnabrück, nella Bassa Sassonia, è cresciuto ad Amburgo, dove il padre faceva il commerciante di tessuti. È un avvocato del lavoro, ma la sua vita è stata segnata dalla passione politica. Nel partito è entrato nel ‘75, quando si è iscritto negli Jusos, i giovani socialdemocratici, militava nell’ala sinistra del movimento che puntava a «superare il sistema capitalistico».
Oggi è un moderato ed è riuscito a convincere gli elettori che, con un governo guidato da un socialdemocratico, sarebbe cambiato ben poco rispetto alle politiche della Merkel. Nelle file della Spd ha conosciuto Britta Ernst, anche lei dirigente socialdemocratica e oggi ministra dell’Educazione nel Brandeburgo. Si sono spostati nel ‘98 e hanno deciso di non avere figli. Pragmatico e poco propenso a spot e slogan, è stato sindaco di Amburgo dal 2011 al 2018, quindi ministro delle Finanze e vice cancelliere del quarto, e ultimo, governo di Angela Merkel.
“Scholzomat“, come l’ha battezzato il “Die Zeit”, con una crasi tra il suo cognome e la parola “Automat”, che vuol dire macchina, ha sempre avuto un approccio tecnico alla politica. A chi, in campagna elettorale, gli chiedeva perché non tentasse di essere più empatico, avrebbe risposto: «Mi candido a cancelliere, non a diventare direttore di un circo». Eppure le sue politiche economiche, durante la pandemia, hanno convinto i tedeschi.
LA CARRIERA POLITICA
E’ entrato per la prima volta nel Bunderstag nel ‘98, dal 2007 al 2009, ha ricoperto il ruolo di ministro del Lavoro nel primo governo Merkel. Come altri ex giovani socialdemocratici, nel tempo, ha mitigato le sue posizioni ed è diventato un centrista-moderata del partito, tanto da non essere apprezzato dai militanti più intransigenti. E’ stato segretario generale della Spd nel 2000, tre anni dopo il gradimento era sceso e ce l’ha rifatta solo con il 52% dei voti, ma nell’ottobre del 2019 venne escluso dalla corsa alla presidenza del partito, quando i tesserati gli preferirono due candidati dell’ala sinistra.
Proprio per le sue politiche moderate è stato al governo del Paese: ministro del Lavoro nella prima Grande Coalizione guidata da Merkel, borgomastro di Amburgo e infine alle Finanze e vicecancelliere. Ma la sua carriera è stata segnata anche da momenti di crisi, come i disordini ad Amburgo, durante il G20 del 2017, che l’allora borgomastro non è stato in grado di gestire. E ancora, la truffa e il fallimento della società di servizi finanziari Wirecard, che le autorità federali non avevano previsto, quindi il ruolo mai chiarito nello scandalo Cum-Ex: da sindaco aveva incontrato i dirigenti della banca Warburg, responsabile di una frode di 47 milioni di euro al il fisco cittadino. Scholz si è sempre dichiarato estraneo ai fatti e non è mai stato indagato.
LE RIFORME
A rafforzare la sua posizione all’interno del partito sono state probabilmente le politiche sociali tradizionalmente progressiste, portate avanti nell’ultimo governo Merkel, come la revisione del salario minimo orario, da 9,60 euro a 12 euro, condizione per qualunque governo da lui diretto, e l’aumento delle tasse sui redditi più alti. La firma di Scholz è inoltre sulla manovra da 353 miliardi di euro, finanziato in deficit, che ha permesso all’economia tedesca di sopravvivere durante la crisi dovuta alla pandemia. La sua filosofia politica punta a un mix tra l’intervento statale e il ruolo dei privati: propone un programma edilizio pubblico di 400 mila nuovi appartamenti l’anno, di cui 100 mila a equo canone, e una riforma tesa a stabilizzare le pensioni.
In Europa, considera il piano di ripresa, “Next generation” come una parentesi ed è un fautore delle regole del Patto di Stabilità. Sul clima condivide molte delle posizioni dei Verdi, ma è contrario alla dismissione delle centrali a carbone prima del 2038.
VITA PRIVATA
Della sua vita privata, come di quella di Angela Merkel, si sa poco. È sportivo e pratica canottaggio e corsa. Ama l’arte e la letteratura, in particolare Musil e i fratelli Mann. Ed è un ospite fisso a Kassel, in occasione della rassegna quinquennale “Documenta”, una delle più importanti manifestazioni internazionali d’arte contemporanea.
[ Il Messaggero ]