martedì, 26 Novembre 2024

“Se fa male non è amore”. Quando l’innamoramento è un alibi che acceca

Silvana Mazzocchi (la Repubblica)

LIBERARSI dall’amore “cattivo”, quello non corrisposto, quello nocivo e che fa soffrire, è possibile. E necessario. Perché, per amare davvero e essere amati in modo sano e duraturo, non c’è che una strada: vedere ciò che non ci piace nell’altro, non guardarlo solo con gli occhi annebbiati dall’innamoramento, non sopportare di non essere apprezzate/i accettando le briciole di un sentimento che vorremmo completo, e crescere come persone per iniziare una nuova vita e un nuovo amore. Ma, quando crediamo di aver trovato la persona giusta,  come riconoscere l’amore vero?

Una sintetica risposta è già nel titolo del libro di Montse Barderi, giornalista e scrittrice catalana e specialista in comunicazione, che in Se fa male, non è amore, (Feltrinelli) espone un concetto principe, da tutti percepito ma non sempre praticato: non ha senso rimanere ciechi di fronte allo scontento o alla sofferenza con l’alibi di un innamoramento che spesso nasconde l’idea illusoria che tutto cambierà. Se una relazione vi fa sentire trascurate/i o infelici, se compaiono e persistono indizi di “tossicità” reciproca, allora è il momento di allontanarsi, prima che la realtà che fino a quel momento ci si rifiuta di accettare, si riveli in modo negativo o, spesso,  addirittura drammatico.

Se il partner ha solo pretese ma non ha rispetto, se vi arreca dolore, se pensate di non accontentarvi e di meritare di più, non bisogna esitare: è indispensabile allontanarsi e iniziare a lavorare soprattutto su se stessi.  L’amore, più che un sentimento travolgente che anche quando fa male non va “mollato”, è un progetto personale  e “nobile”. Perché, sottolinea Barderi, “amiamo per come noi stessi siamo; se siamo immaturi, egoisti e caotici il nostro amore sarà ugualmente immaturo, egoista e caotico”.  E allora, guardando  realisticamente ciò che veramente accade, capirete che andarsene, “è l’unica ricetta”.

Montse Barderi mescola filosofia e psicologia e suggerisce come saper distinguere una relazione sana da una senza futuro. Non è detto che, come dice lo strillo di copertina, il libro aiuti a dare una “svolta” alla propria vita sentimentale, ma certamente fornisce, in modo originale e costruttivo, consigli sul come lasciarsi alle spalle un amore nocivo e cercarne uno positivo e soddisfacente.

Amore vero e amore tossico, come riconoscerli prima di farsi del male?
Credo che si sia abusato del termine “amore tossico” e questo venga spesso usato impropriamente. Due persone che non sono capaci di separarsi con affetto dopo un determinato tempo trascorso insieme, sicuramente si qualificano entrambi quali persone tossiche. Un amore, se è tossico, non è amore, è un’altra cosa, è manipolazione, dominio, nevrosi condivisa. Io, affidandomi alla definizione aristotelica dell’amore come incontro tra due persone nobili che procurano all’altro e a se stessi il Bene, direi che la cosa fondamentale è appurare se l’altra persona sia nobile e se si preoccupa per te. Essere nobili rimanda a una bontà d’animo, a dei principi, a degli interessi personali, a una certa maturità… nessuno è nobile completamente, tuttavia è importante saper individuare se la vita dell’altra persona si sta evolvendo positivamente. Non è facile, poiché ci si trova nell’abbaglio tipico dall’innamoramento, però se ci si ritrova a perdonare talune cose, attitudini, sentimenti, emozioni che non sono quelli che desideravi e a cui ambivi, attenzione: stai cercando di convincere te stesso che si tratti di qualcuno per il quale ne valga la pena, mentre la realtà ti offre indizi che non si tratta di una persona dall’animo nobile. E vedere se si prende o no cura di te, ovvero, se sei una priorità nella sua vita, non dovrebbe lasciare spazio a dubbi. La combinazione fatale, quella che ti ferisce, è proprio la combinazione di questi due elementi: la mancanza di nobiltà d’animo abbinata alla non priorità riservata all’altro. Ciò che intendo dire è che l’amore, più che un incontro travolgente, è soprattutto un progetto personale. Senza percorrere questo cammino di nobiltà, senza una certa costruzione della propria personalità, dell’Io su una base etica, è molto difficile giungere all’amore.

Liberarsi da un amore cattivo è possibile, ma come preparare se stessi per non ripetere lo stesso errore?
Ottima domanda. Niente di più biasimevole che qualcuno inizi una storia di amore senza crederci profondamente, mettendo il suo amore sotto osservazione, oscillando tra un sì e un no. Uno che ama con lo sguardo spalancato, ma contemporaneamente tiene con sé un libricino in cui appunta i difetti e le debolezze altrui, non è nient’altro che un maledetto contabile dell’amore. Uno che soppesa l’amore col fine di decidere se sarà degno di una relazione migliore, è più auspicabile che si dedichi al mondo bancario. Non si decide di avere figli, (e tanto meno animali o amori) come “prova”, a meno che non si tratti di uno psicopatico funzionale. Va da sé che qualcuno veramente innamorato ti parlerà del suo amore così com’è: qualcosa di stratosferico, dalle qualità sovraumane e del suo stato di grazia. Così è l’amore e così deve essere l’amore. L’idealizzazione è parte integrante, direi il nucleo stesso dell’amore ed è la nota distintiva, la qualità di una persona innamorata. Niente rimproveri, soltanto elogi per come questa persona sia e dell’esempio di come si deve essere in amore. Coloro che non sono così, sono coloro che hanno un problema. Coloro che amano, amano veramente, sono i veri eroi dell’amore, della vita e dell’esistenza. Pertanto l’unica cosa che devono apprendere è: entrare nell’amore nudi e indifesi, però al primo segnale fisico o emotivo sapersi ritirare, vedere la realtà, comprenderla, piangere e andare via. Anche se il problema è che la persona amata è talmente importante che le si perdona di tutto, ci sono cose che sono imperdonabili, indiscutibili. Saperlo, guardare la realtà in faccia e andarsene, è l’unica ricetta.

Il suo libro è diviso in due parti, ne riassuma i contenuti.
La prima parte consiste nel rispondere alla domanda: che cosa sto vivendo, come lo sto vivendo, perché dovrei allontanarmene. Vedere chiaramente la realtà, non seguendo il discorso imperante di coloro che ti diranno che sei malata poiché soffri di una dipendenza emotiva, ma come te lo direbbe la poesia, la letteratura, come te lo direbbe Colette: “Maledetto colui che non crede fin dall’inizio che una storia d’amore non sia per sempre”. La seconda parte risponde a una domanda precisa sull’amore, come senso vitale dell’esistenza e comprende vari cammini di nobiltà per arrivare a essere qualcuno degno di amare e di essere amato. Ovvero: valori e qualità etiche nel campo dell’amore, la conoscenza personale, maturità personale, come conseguire i propri obiettivi, come condurre una vita interessante al margine dell’amore. Amiamo per come noi stessi siamo. Se siamo immaturi, egoisti e caotici, il nostro amore sarà uguale: sarà dunque un amore immaturo, egoista e caotico. Pertanto si tratta dell’avventura di costruire se stessi al fine di offrire un amore “vero” e già nel processo dell’evoluzione della propria personalità, acquisire consapevolezza sulle storie, i vissuti, le relazioni che ormai non si sopportano, poiché non sono all’altezza della nostra dignità.

Montse Barderi
Se fa male, non è amore
Traduzione di Claudia Marseguerra
Feltrinelli


CODICE ETICO E LEGALE