giovedì, 28 Novembre 2024

Siamo davvero pronti a creare organi umani in laboratorio?

Chiara Guzzonato [ Focus.it ]

Un gruppo di ricercatori israeliani è riuscito a creare embrioni di topi sintetici a partire da cellule staminali, senza l’utilizzo di spermatozoi, ovuli né uteri biologici.

L’incredibile scoperta, i cui dettagli sono stati pubblicati su Cell, getta le basi per un futuro che attrae e atterrisce allo stesso tempo, in cui saremo in grado di creare tessuti e organi umani in laboratorio.

La Renewal Bio, azienda fondata dal coordinatore dello studio Jacob Hanna, mira non solo a curare le persone (coltivando organi da trapiantare in pazienti malati), ma anche a ringiovanirle: «Crediamo che questa possa diventare una tecnologia di massa che troverà applicazioni sia nella fertilità che nella longevità», sottolinea Omri Amirav-Drory, direttore generale della Renewal Bio.

COME FUNZIONA. Il sistema, a grandi linee, funziona così: prima di immergerle in un liquido nutriente in “bicchierini” connessi a un dispositivo rotante (vedi video qui sotto), gli studiosi hanno suddiviso le cellule staminali in tre gruppi. Nel primo gruppo le cellule, che dovevano svilupparsi in organi embrionali, non sono state toccate; quelle degli altri due gruppi, invece, sono state pretrattate per 48 ore per sovraesprimere due geni – quelli responsabili dello sviluppo della placenta e del sacco vitellino. La maggior parte delle cellule non è riuscita a svilupparsi, ma lo 0,5% (ovvero 50 cellule su 10.000) ha dato vita a delle strutture embrionali: queste si sono sviluppate fino a 8,5 giorni (circa la metà del periodo di gestazione normale per i topi, che è di venti giorni), formando i primi proto-organi – cuore, cervello, tubo neurale e tratto intestinale.

«L’embrione è la migliore biostampante 3D che esista», spiega Hanna. Secondo Amirav-Drory la Renewal Bio potrebbe ringiovanire il sistema immunitario di un anziano, impiantandogli nuove cellule sanguigne coltivate in laboratorio, oppure aiutare una donna non più fertile a causa dell’età producendo in laboratorio ovuli giovani.

DILEMMI ETICI. A chi avanza dubbi sull’eticità di questa tecnica (cosa fare degli embrioni sintetici? Sono da considerare umani, e dunque poi ucciderli sarebbe omicidio?), Hanna risponde che è possibile modificare geneticamente le cellule iniziali affinché l’embrione non sviluppi certi organi, e non possa dunque diventare un vero e proprio essere vivente: «Potremmo effettuare dei cambi genetici che portino l’embrione a non avere polmoni, né cuore, né cervello», spiega l’esperto.

L’obiettivo dichiarato è quello di utilizzare questa tecnica di coltivazione di cellule staminali per produrre organi e porre così fine alle sperimentazioni animali in quest’ambito.

Attualmente Hanna stesso e altri volontari stanno utilizzando il proprio sangue per iniziare a creare embrioni umani a partire dalle cellule: mirano a portare la gestazione fino all’equivalente di 40-50 giorni di gravidanza, quando si formano gli organi principali del feto. Certo è che giocare a fare Dio può essere pericoloso, e prima di andare troppo oltre bisognerebbe ragionare bene sulle implicazioni etiche che comporterebbe creare un essere umano (quasi) dal nulla.

Chiara Guzzonato

[ Focus.it ]