Ti ricordi di me? Tu mi chiamavi Terra, pianeta, mondo: per me andava bene tutto. Sappi che io sono rimasta la stessa e continuo a esistere esattamente come il giorno e la notte.
Ora leggo che vuoi sapere “come cambia il mondo” e io per la prima volta ti scrivo e mi scuso per non averlo fatto prima, ma spesso mi perdo nell’universo, con il sole, le galassie e l’infinito, e trascuro il resto.
Come cambia il mondo? E’ una bella domanda, e le domande talvolta sono più importanti delle risposte, perché ci fanno crescere. Una risposta può essere la fine del dubbio. Quindi non scrivo per rispondere alla domanda, ma per dire quanto sia felice di ospitarvi sulla mia crosta. Voglio anche tranquillizzare: vedo tanta gente che si preoccupa e manifesta con slogan tipo salviamo il pianeta. Non preoccupatevi per me, io non me la passo affatto male! E voi?
Sembra quasi che vi siate scordati di essere miei ospiti – senza alcun obbligo beninteso – ma certo l’inquinamento e gli esperimenti nucleari non hanno un buon profumo. E’ Natale e non aggiungo altro.
A proposito di Natale e dell’abete: volevo farvi una domanda. Quando gli alberi vengono tagliati, soffrite per me, per l’albero stesso o per la paura di rimanere senza ossigeno?
Sappiate che per quanto mi riguarda, è come tagliarmi la barba, né più né meno. Se penso a come ero durante preistoria, mi rivedo come una hippy: avevo barba e capelli senza fine. Un albero ucciso fa soffrire soprattutto chi lo taglia, ma va bene così, la sofferenza insegna molto. Però cercate di non farvi troppo male, eh.
Confesso che un po’ mi stupisce l’ostinazione di voi uomini nel rovinare i luoghi nei quali abitate, siete proprio dei pazzerelli! Come un marinaio che affonda la sua barca. Io invece sono orgogliosa di avervi sulla mia crosta, perché con voi non ci si annoia mai, siete la specie più kamikaze che abbia mai conosciuto.
Con voi mi diverto un mondo! Capita la battuta? Mondo, pianeta Terra… Vabbe’, avete capito…
Forse un po’ di vostra incoscienza c’è, ma fa parte del processo di crescita, e comunque mi ha fatto piacere talvolta. Per esempio, ricordate quando si pensava che io fossi piatta e non arrotondata? L’idea mi snelliva.
A proposito, ieri ti sentivo con l’affanno, forse per la corsa al Natale. Vuoi un consiglio? Respira bene l’aria che ancora c’è, e non solo in modo inconsapevole. Poni attenzione nel sentirla entrare e uscire dal corpo, coscientemente. Anche io amo respirare e vorrei che lo facessimo assieme.
Avverto che tutti noi siamo la stessa cosa, tant’è che in questo momento ho l’impressione di scrivere una lettera non a voi uomini, ma a me stessa. Come una matta che parla da sola! E allora perché c’è questa impressione di separazione, di solitudine? Boh!
Dunque, come cambia il mondo? Non lo so, ma in ogni caso non cambio da sola. Credo che cambieremo mano nella mano, tutti insieme.
Alla fine, mi preme ricordare che voi non siete miei ospiti più di quanto io non sia ospite vostro. E mentre scrivo ciò, capisco all’improvviso perché si definisce ospite sia chi ospita sia chi è ospitato. Che bella e profonda la vostra lingua italiana! Accogliervi è per me il bellissimo regalo di Natale che quest’anno troverò sotto l’albero. Quello che non avete tagliato.
Felice Natale e buone feste,
vostro pianeta Terra