sabato, 23 Novembre 2024

Ucraina, Russia e diplomazia del grano

[ ISPI Online Publications ]

Il corridoio del grano resta chiuso, almeno per ora: a Sochi, il primo incontro in presenza da quasi un anno tra il presidente russo Vladimir Putine quello turco Recep Tayyip Erdogan non sblocca l’impasse per l’esportazione del grano ucraino.

Dopo quasi due ore e mezza di vertice sul Mar Nero, il presidente russo gela le attese: “Non ci sarà nessuna intesa – ha affermato – fino a quando l’Occidente non accetterà di facilitare l’export dei prodotti russi”. Nel frattempo, prosegue la guerra di droni: la Russia ha segnalato diversi tentativi di attacchi nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina, mentre ha a sua volta lanciato un attacco notturno contro la regione ucraina di Odessa, dove gli ucraini hanno abbattuto 17 velivoli senza conducente. “Purtroppo ci sono stati anche dei colpi portati a segno” ha aggiunto Oleh Kiper, governatore della regione, segnalando tra le altre cose, danni a Izmail, uno dei principali porti ucraini sul Danubio. I porti – principale rotta di esportazione di cereali dall’Ucraina – sono stati bersaglio di frequenti attacchi da parte della Russia da quando quest’ultima si è ritirata dall’accordo nel luglio scorso, vincolando il suo rinnovo alla rimozione di tutti gli ostacoli e le sanzioni alle esportazioni dei cereali e fertilizzanti russi.

Grano, Putin detta le condizioni?

Niente di fatto dunque a Sochi, dove, dopo due ore e mezzo di incontro Putin ha ribadito il suo ‘no’ alla ripresa dell’intesa sui cereali, se non saranno prima cancellate le restrizioni all’export russo. Il leader del Cremlino ha annunciato che la Russia è vicina alla conclusione di un accordo per fornire grano gratuito a sei paesi africani (Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea) e che Mosca spedirà un milione di tonnellate di grano a buon mercato in Turchia per la lavorazione e la consegna ai paesi poveri. Erdogan ha confermato che “la Turchia è pronta a fare ciò che è necessario per mandare grano russo ai Paesi africani invia di sviluppo” e si è detto ottimista sulla possibilità di un prossimo accordo per riattivare il corridoio per il grano ucraino. Il Cremlino si era ritirato l’accordo sui cereali sei settimane fa. L’intesa – mediata dalle Nazioni Unite e dalla Turchia nel luglio 2022 – aveva consentito a circa 36 milioni di tonnellate di grano e altri cereali, fondamentali per l’approvvigionamento alimentare mondiale, di lasciare tre porti ucraini in sicurezza nonostante la guerra.

Un ‘nuovo approccio’ alla Difesa?

Intanto, l’invasione russa in Ucraina entra nel 19esimo mese e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia la decisione di , citando la necessità di “nuovi approcci”. Oleksii Reznikov – titolare del dicastero per oltre 550 giorni di guerra – sarà sostituito da Rustem Umerov attualmente presidente del Fondo del demanio, la cui missione è attirare investimenti in Ucraina, e che ha svolto un ruolo delicato nei negoziati per lo scambio di prigionieri di guerra. “Mi aspetto che il Parlamento sostenga questo candidato”, ha detto Zelensky. “La sua eredità è quella di aver convinto i ministri della Difesa di tutto il mondo che l’impossibile fosse possibile”,  in riferimento ai successi di Reznikov nei suoi contatti con governi stranieri per la fornitura a Kiev di aiuti militari. Il suo avvicendamento – giunto dopo che diversi scandali per corruzione hanno coinvolto alcuni dei suoi collaboratori – arriva in un momento critico per la controffensiva nel sud e mentre Kiev sta cercando di accelerare l’addestramento e il dispiegamento degli aerei da combattimento F-16, nonché di acquisire una serie di altri equipaggiamenti e armi.

Kiev sfonda la prima linea?

La decisione di sostituire Reznikov arriva mentre l’Ucraina è impegnata da mesi in una grande controffensiva, e sta guadagnando lentamente territorio nel sud e nell’est del paese. La settimana scorsa, funzionari ucraini hanno dichiarato di aver riconquistato il villaggio meridionale di Robotyne e in un’intervista esclusiva al settimanale The Observer il generale Oleksandr Tarnavskiy ha confermato che l’esercito di Kiev è riuscito a sfondare la prima linea di difesa delle truppe russe vicino a Zaporizhzhia e si trova ora “tra la prima e la seconda linea difensiva”. Il generale ha stimato che la Russia avesse dedicato “il 60% del suo tempo e delle sue risorse alla costruzione della prima linea difensiva” e solo il 20% per la seconda e la terza linea, perché Mosca non si aspettava che le forze ucraine riuscissero a passare.

Dopo mesi di stallo, Kiev sperava in un simile progresso della controffensiva, che ora punta a spingersi verso il Mare di Azov, per circondare le truppe russe a Kherson e in Crimea, tagliando loro le linee di rifornimento. I lenti progressi militari durante l’estate avevano ingrossato le voci di coloro che, nelle capitali occidentali, chiedono negoziati con Mosca per porre fine alla guerra. Una posizione fortemente respinta dall’Ucraina, dove in molti ritengono che solo la sconfitta totale di Putin possa prevenire un’altra invasione e che qualsiasi accordo – che consenta alla Russia di salvare la faccia – darebbe al Cremlino un motivo per riprovarci in futuro.

Il commento

Di Valeria Talbot, Head Osservatorio MENA

“I riflettori sono ancora una volta puntati sul presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che, forte del suo terzo mandato consecutivo, punta ad accrescere il proprio prestigio sulla scena internazionale cercando di riportare la Russia di Vladimir Putin al tavolo negoziale per la ripresa dell’accordo sull’export di grano ucraino attraverso il Mar Nero. Se nell’incontro di Sochi il presidente russo è apparso favorevole a nuovi negoziati, per Ankara la mediazione non si presenta di certo facile, soprattutto dopo che le recenti aperture turche nei confronti dei partner occidentali non sembrano essere state particolarmente apprezzate dal Cremlino. Di fatto continua il difficile balancing act della Turchia tanto tra Mosca e Kiev quanto tra Occidente e Russia in linea con una politica di diversificazione delle partnership, in cui il driver economico ha un ruolo sempre più trainante”.   

***

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications)