New York – La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina รจ ufficialmente scoppiata alla mezzanotte americana. Senza tregue dell’ultimo minuito, da ora sono entrati in vigoreย dazi del 25%ย decisi dall’amministrazione diย Donald Trumpย su centinaia di prodotti industriali e tecnologici cinesi – 818 per l’esattezza daย autoย aย elettronica,ย attrezzature medicheย e parti destinate adย aereiย – per un valore di 34 miliardi di dollari di importazioni. Mentreย Pechinoย fa contemporaneamente scattare oggi altrettante sanzioni su centinaia di merci –ย 545 prodotti made in Usaย – daย beni agricoliย aย veicoli. A questo scontro i due paesi appaiono pronti a far seguire un protratto conflitto che, in mancanza di tregue, potrebbe trascinarsi per mesi e fino all’anno prossimo, con una continua escalation di barriere tra le due maggiori potenze economiche al mondo che minacciano la salute della ripresa mondiale.
Il parere della Fed
A Washington moniti sui seri rischi sono arrivati dalla Federal Reserve: nei verbali del suo ultimo vertice resi noti ieri, i banchieri centrali americani hanno messo in guardia, citando il parere di molti distretti dell’istituto, dagli effetti negativi di una lunga e sempre piรน intesaย guerra commercialeย che puรฒ danneggiare gli investimenti futuri. In alcuni casi piani di spesa sono giร stati fermati, rinviati o ridotti di recente dalle aziende. Lo spettro รจ quello diย gravi traumiย sui rincaro dei prezzi e sulle catene globali di forniture e produzione, essenziali nell’attuale economia globale. Allo stesso tempo laย Fedย non ha indicato di credere di avere lei stessa strumenti a disposizione per intervenire ad alleviare la spirale di danni.
A Pechino, secondo quanto emerso, il Presidenteย Xi Jinpingย ha esplicitamente istruito tutti i livelli governo di approntare preparativi per il peggio, per sostenere unย vasto conflitto nell’interscambio. Anche se un alto funzionario ha cercato di abbassare la retorica: โSiamo costretti a replicare e lo facciamo in modo misuratoโ.
Lโescalation
Complessivamente Trump – denunciando pratiche cinesi scorrette sulย trade, in particolare abusi di proprietร intellettuale, e invocando la sua dottrina unilaterale di America First – ha indicato di recente di essere pronto a far lievitare i dazi fino a colpire 450 miliardi di export cinese, quasi l’intero valore del made in China che entra ogni non negli Usa. Pechino ha fatto sapere da parte sua di essere intenzionata a rispondereย colpo su colpo. Una seconda tranche di sanzioni americane su 16 miliardi di prodotti cinesi รจ giร stata approvata e potrebbe scattare a tambur battente, nel mese diย agosto. Sanzioni su altri 200 miliardi potrebbero essere messe a fuoco nel tardoย autunnoย o inizioย inverno.
Il dibattito interno negli Usa
La speranza di alcuni analisti e che l’avvio del conflitto e le ripercussioni su economia, aziende e mercati finanziari spinga a una ripresa di negoziati tra le parti che spengaย la micciaย di un conflitto fuori controllo. Ma l’ascesa dell’ala piรน radicale, nazionalista e populistaย nella Casa Bianca rende difficile fare scommesse: l’influenza del consigliere commerciale Peter Navarro e del Rappresentante commerciale Robert Lighthizer cresce a scapito di quella del pragmatico e piรน propenso al libero scambio Segretario al Tesoroย Steven Mnuchin, che si acconterebbe di impegni cinesi a maggiori acquisti di beni statunitensi e che di recente ha messo a segno almeno un successo quando ha evitato immediate nuove restrizioni contro gli investimenti cinesi negli Usa.ย Steve Bannon, ex stratega populista di destra della Casa Bianca ancora vicino al Presidente, ha definito questaย giornataย comeย โstoricaโ. La Cina, ha aggiunto, โรจ impegnata in una guerra commerciale contro di noi da vent’anni e finalmente qualcuno ha deciso di rispondere e combattereโ.
Contro avversari e contro alleati
Trump ha giร ad oggi fatto scattare conflitti commerciali sia con avversari che con alleati che sono ormai i piรน duri dalla Grande Depressione, esacerbata se non causata proprio dalleย azioni protezionistiche. In tutto la Casa Bianca e i suoi partner hanno fino a questo momento scatenato offensive su 165 miliardi di interscambio, stando a calcoli di Chad Brown del Peterson Institute una volta sommate anche le barriere americane entrate in vigore di lavatrici, pannelli solari, acciaio e alluminio e le rappresaglie di altri paesi.
La Casa Bianca, nel frattempo, รจ impegnata anche in altri scontri di politica estera con gli alleati, che rischiano di erodere fiducia internazionale e il multilateralismo.ย Trump la settimana prossima sarร a Bruxellesย per un arduo verticeย Natoย dopo aver inviato dure lettere che accusano i partner di non fare la loro parte nella spesa per la difesa collettiva. Ieri sera alti funzionari dell’amministrazione, in un briefing, hanno usato toni piรน concilianti, indicando che se laย โcondivisione degli oneriโย รจ una prioritร per gli Stati Uniti, gli alleati stanno compiendo โprogressiโ. Ma la tensione resta alta.
Trump alla stampa: dazi per 500 miliardi
Donald Trump minaccia dazi ulteriori per 500 miliardi di dollari nel caso Pechino decida ritorsioni. A bordo dell’Air Force One diretto in Montana per un appuntamento elettorale, il tycoon ha detto ai giornalisti al seguito di considerare, nel resoconto dei media americani, ulteriori dazi per 500 miliardi.